Venerdì 17 giugno si terrà l’inaugurazione del nuovo LABoratorio ABilitativo disegnato assieme all’azienda digitale modello.
Quella tra Futura – la cooperativa sociale che crea e promuove opportunità di inclusione sociale e lavorativa per persone adulte con disabilità fisica, mentale o svantaggio – e LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey, è una storia piena di positività, speranza e capacità di imprendere che merita di essere raccontata – a poche ore dall’inaugurazione del nuovo LABoratorio ABilitativo di Futura Factory, il Polo di Lavoro inclusivo realizzato a seguito dell’incremento delle attività della cooperativa.
La collaborazione, resa possibile dall’attivazione di un bando, prende il via nel 2018 e si focalizza sul supporto allo sviluppo e all’organizzazione delle attività produttive e alla conseguente riorganizzazione degli spazi «dove – spiega la responsabile commerciale Ilaria Miniutti – il punto chiave era sì l’efficienza, ma anche l’individuazione di soluzioni che permettessero di lavorare secondo i migliori standard applicabili, in un ambiente sicuro». La successiva crescita di Futura ha imposto un ampliamento in cui insediare, come spiega il Presidente, Gianluca Pavan, «le lavorazioni più avanzate di assemblaggi e confezionamenti permettendo alla cooperativa di sviluppare nuovi servizi e training lavorativi differenziati, una show room, l’e-commerce www.geneticamentediverso.it e ulteriori lavorazioni meccaniche e di oggettistica, per rispondere a nuovi bisogni». La necessità di un’autonomia finanziaria, anche in considerazione della limitata consistenza degli incentivi all’inclusione lavorativa, ha a quel punto imposto a Futura un ulteriore cambio di passo in termini di efficientamento. In questa precisa fase il rapporto di collaborazione con LEF si è ulteriormente rafforzato. «Ci siamo subito interrogati sulla possibilità effettiva che una cooperativa sociale per disabili potesse lavorare come la Toyota – dice ancora Pavan – cioè far convivere i nostri principi con la lean production, la più avanzata metodologia/organizzazione del lavoro ideata dal produttore automobilistico nipponico». Una sfida gigantesca nella quale si è insinuata anche la pandemia, che ha imposto delle revisioni alla tabella di marcia.
«Una sfida in cui LEF si è immediatamente impegnata – ha detto il Presidente di Confindustria Alto Adriatico e LEF, Michelangelo Agrusti – mettendo a disposizione le proprie risorse per individuare le migliori soluzioni organizzative per la produzione; l’attenzione è stata massima, finalizzata a garantire elevati standard produttivi e qualitativi e, al contempo, la sicurezza e il rispetto delle peculiarità di chi usufruirà di quegli spazi e di quelle aree di lavoro che hanno delle esigenze specifiche che vanno rispettate». Secondo il Direttore generale di LEF, Marco Olivotto, «è un punto d’orgoglio poter supportare iniziative come quella di Futura – ha detto ancora – che rispecchiano in pieno la mission aziendale di offrire le migliori competenze e soluzioni per supportare le organizzazioni in una efficace e sostenibile trasformazione. Iniziative come questa, inoltre, fanno parte del fattivo contributo che LEF vuole imprimere verso una concreta e fattiva crescita sostenibile in termini di persone, società e territorio; un plauso al Rotary Club di San Vito al Tagliamento – ha concluso – che con il proprio contributo ha permesso da un lato l’acquisto di importanti strumentazioni e, dall’altro, promosso la sinergia e la collaborazione con diversi partner».
Ma adesso ci siamo: il building ospiterà due aree di lavoro: il reparto di assemblaggi meccanici ed elettromeccanici, e il nuovo laboratorio abilitativo dedicato al confezionamento di kit, che lavorano per numerose aziende del territorio, tra cui Savio Spa, Eurocablaggi Srl, Kronospan Italia Srl, VDA Group Spa, Maschio Gaspardo Spa, Emainox Srl, Zilli Srl e Pieces of Venice. Lungimirante, inoltre, è stata la decisione di essere efficienti anche dal punto di vista energetico con l’installazione del fotovoltaico
FUTURA. È una cooperativa sociale con oltre 60 lavoratori suddivisi in due aree: i servizi alla persona (socioeducativi, assistenziali, trasporti, ecc.) con 30 tra educatori e operatori con una ricaduta su circa 180 beneficiari e sulle loro famiglie, e l’area della produzione con 30 persone nei reparti di assemblaggi meccanici, confezionamento, guardiania e attività amministrative. Di questi, 15 sono lavoratori con disabilità o svantaggio sociale a cui si aggiungono altre 20 persone inserite da servizi sociali o dall’ASFO in percorsi di autonomia lavorativa.
Entrambe hanno sede nella zona industriale Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento (PN).