PMI a minor rischio di marginalità tecnologica grazie a TechMOlogy

Iniziativa del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia – Slovenia nel settore della mobilità | Capofila Friuli Innovazione | Partners la LEF, ACS (cluster automobilistico della Slovenia), ECIPA e SIEVA

Nell’industria della mobilità transfrontaliera gli anelli più deboli sono le micro e PMI, anche artigiane, che lottano per affrontare le sfide della transizione digitale. Le tecnologie dell’industria 4.0 sono infatti un fattore di sviluppo-chiave anche per queste aziende poiché consentono lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Grazie al Progetto TechMOlogy del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia – Slovenia, molte imprese a rischio di marginalità tecnologica nel settore della mobilità – dall’automotive al navale, alla mobilità leggera – hanno avuto la possibilità di acquisire competenze adeguate a colmare il gap. 

Di questo si è parlato ampiamente, poco fa, alla LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, partner dell’iniziativa, in una conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto, moderata dal DG di LEF, Marco Olivotto. Secondo Filippo Bianco, AD di Friuli Innovazione, capofila del progetto, «TechMology ha lavorato sulle precondizioni per aumentare l’utilizzo delle tecnologie abilitanti chiave (KET) di Industria 4.0 nelle imprese, specialmente piccole, che operano nella catena del valore della mobilità, che per peso in termini di forza lavoro impiegata, lavorazioni di nicchia ad alto valore aggiunto, professionalità disponibili, caratterizzano significativamente l’area transfrontaliera tra Italia e Slovenia». 

Bianco ha spiegato anche che «insieme ai partners, con cui abbiamo approfondito rapporti di collaborazione bilaterali preesistenti, sono stati sperimentati nuovi modelli di collaborazione ricerca-impresa basati sui principi dell’innovazione aperta, del co-investimento pubblico-privato e sulla condivisione delle strutture di ricerca dell’area programma. Quest’ultimo punto, in particolare, è risultato essere quello chiave per poter pensare di sfruttare meglio, a favore della competitività di tutta l’area, le strutture di ricerca e le competenze esistenti in modo efficiente, creando effetti di moltiplicazione altrimenti impossibili». In questo senso Bianco ha ringraziato i partners e la loro voglia e capacità di ricalibrare il focus continuamente nel corso dello sviluppo del progetto che ha dovuto fare i conti con la straordinarietà del periodo pandemico e, successivamente, con le sfide imposte da uno scenario geo-politico e socioeconomico senza precedenti. «Ciò nonostante – ha concluso Bianco – i risultati ottenuti e il meccanismo sperimentale delle sfide industriali, ci ha permesso di testare sul campo, direttamente con le imprese, le nostre ambizioni e di trovare sia riscontri positivi sia input preziosi per continuare nello sforzo di far crescere la competitività complessiva del nostro territorio»

Tanja Mohorič, direttore del cluster automobilistico ACS della Slovenia e omologa di Hidria per quanto concerne la cultura dell’innovazione e dei progetti europei, ha spiegato che «lo Slovenian Automotive Cluster mette in contatto gli attori dell’industria automobilistica e del settore della mobilità da oltre vent’anni; la nostra missione principale è sostenere i membri nella loro attività e di facilitare o stabilire opportunità di contatto con l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle loro organizzazioni. Inoltre, è estremamente importante per i membri fornire informazioni e organizzare sessioni di formazione con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e le competenze dei dipendenti. Uno dei contenuti di supporto più importanti è la creazione di strategie di sviluppo congiunte attraverso la condivisione delle conoscenze sulle tendenze in atto non solo nel campo dello sviluppo del mercato dell’industria automobilistica, ma anche nel campo della ricerca e dello sviluppo in tutte le aziende. Nell’ufficio di ACS, quindi, monitoriamo regolarmente ciò che accade sul mercato e, con la consapevolezza della necessità della trasformazione digitale e verde, anche lo sviluppo di tecnologie, processi e modelli di business legati all’industria automobilistica. Siamo entrati nel progetto TECHMOLOGY con il desiderio di sviluppare, insieme ai nostri partner, conoscenze e metodi che avvicinassero le aziende dell’industria automobilistica e della mobilità alle ultime scoperte nel campo di tecnologie chiave che sono ancora in fase di graduale introduzione nei processi produttivi e di business delle aziende. Abbiamo fatto conoscere alle aziende alcuni contenuti che forse non avrebbero toccato da sole senza l’incoraggiamento dei partner del consorzio. Crediamo che grazie ai contatti stabiliti, alle nuove informazioni e conoscenze e alla concreta familiarizzazione con le nuove tecnologie, la loro introduzione nelle aziende sarà più facile, più veloce e con meno sforzo». Mohorič ha ringraziatoi partners del consorzio per l’impegno profuso nell’attuazione del progetto augurandosi che i partecipanti al progetto, conosciutisi proprio grazie a questa esperienza, continuino a tenersi in contatto e a migliorarsi in futuro.

Dalla rassegna stampa:

TG Regionale Friuli Venezia Giulia “Un progetto transfrontaliero per analizzare le sfide della mobilità”

Il Gazzettino “Piccole imprese e tecnologia. Il piano per farle decollare”

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