Nella profonda riorganizzazione di Marine Interiors (Fincantieri) il ruolo centrale e determinante dell’azienda digitale modello

Il progetto disegnato su misura da LEF per Marine Interiors Cabins SpA, società del Gruppo Fincantieri focalizzata nella progettazione, realizzazione e consegna di cabine e box igiene per le navi cruise nel campo del new building, è la summa delle migliori competenze che il centro di formazione esperienziale voluto da Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, è in grado di offrire.

Una partnership inseritasi nel processo pluriennale di modernizzazione che ha impegnato MIC con significativi investimenti in infrastrutture, impianti e sistemi informativi – e propiziata dalla necessità della stessa Marine Interiors Cabins di fare fronte a un’impennata di produzione dei box/igiene (da 4 a 11 mila pezzi) impossibile da gestire con l’organizzazione tradizionale esistente, vale a dire un layout a postazione fissa in cui il box, dopo aver preso forma, veniva completato – nella medesima postazione – col montaggio dell’arredo interno.

«Si è imposta una rapida e profonda riorganizzazione» spiega Marco Trestini, responsabile Produzione e Logistica, secondo il quale «con lo schema uomo verso materiale le perdite di tempo erano palpabili e eclatanti: immaginate gli operai specializzati (piastrellisti, elettricisti, idraulici, manovali, collaudatori e addetti al controllo qualità) che, a seconda dell’avanzamento delle fasi da realizzare, si spostavano da un prodotto all’altro per completarne il ciclo in un’area di circa 10 mila mq occupati da 100 postazioni di lavoro; oppure intenti a cercare il “proprio” materiale ammucchiato assieme a quello degli altri 100 box in una posizione distante dal punto di utilizzo…».

Ne scaturisce un progetto che ripensa a trecentosessanta gradi il flusso dei materiali puntando a un’organizzazione per linee di montaggio in una logica materiale verso operatore (il box si muove su una linea e viene completato nelle varie stazioni), rivoluzionandone la logica di asservimento con la creazione di un supermarket da dove prelevare quanto necessario per la produzione di un solo box, definendo aree di premontaggio, integrando i controlli di qualità di processo nel flusso produttivo e, infine, indicando quale necessaria la realizzazione di sistemi di aspirazione delle emissioni.

È in questa fase che LEF fornisce il suo determinante contributo per centrare gli obiettivi: era necessario parallelizzare alcune attività affidandole a chi ne aveva le competenze, «servivano e non le avevamo – prosegue Trestini –: risorse con capacità manageriali ed esecutive proporzionate alle dimensioni del progetto che sapessero anche accompagnare i nostri collaboratori nel nuovo percorso; i tempi erano particolarmente stretti, con le nostre sole forze non saremmo riusciti a rispettare gli appuntamenti. Tutta l’azienda si è permeata di questa nuova progettualità che non è quindi rimasta circoscritta alla sola, seppur molto importante, area produttiva: ci sono state infatti positive ricadute anche sul modus comunicandi et operandi tra Direzione, Qualità e Acquisti, sempre allineate, da quel momento, sull’evoluzione del progetto» dimostratosi anche, secondo Trestini, un’opportunità di crescita eccezionale per giovani leve cui affiancare un tutor e una guida metodologica per effettuare formazione on the job. Risultati alla mano, come conferma Trestini, «è stato recuperato almeno il 30% di produttività e ridotto il “work in process” dell’allestimento box del 90%».

Photocourtesy: Marine Interiors Spa

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