Trasformazione digitale, i muri che dobbiamo abbattere

Dal dibattito con Oracle i limiti al pieno sfruttamento delle nuove tecnologie: «A processi sviluppatisi esponenzialmente grazie all’adozione di tecnologie, non ha corrisposto analoga crescita dell’organizzazione che, al contrario, avanza in modo logaritmico» | In LEF le tecnologie delle imprese che stanno facendo realmente innovazione

Pordenone, – Abbattere i muri che “resistono” alla trasformazione digitale per evitare la compartimentazione in silos dell’impresa, una contraddizione in termini emersa dalla lettura dai dati resi noti dal Governo sugli investimenti 4.0, da cui si evince che le aziende passate attraverso il Piano Industria 4.0, Impresa 4.0 e Transizione 4.0 hanno prevalentemente investito in una o due tecnologie abilitanti, solitamente integrate in un macchinario interconnesso, senza però ragionare realmente in termini di impianto e fabbrica connessa. Questo uno dei tanti, utili spunti emersi dal webinar promosso da Innovation Post, LEF e Oracle dal titolo Transizione 4.0, sfide e opportunità per l’industria tra innovazione, produttività e PNRR.

«La tendenza – ha spiegato Marco Olivotto, Direttore Generale di LEF – è quella di mantenere gli ambienti chiusi, un limite che non consente di sfruttare pienamente le enormi potenzialità del digitale. Lo sforzo, in LEF, è insegnare agli imprenditori come raggiungere una maggiore integrazione – orizzontale e verticale – che consenta all’impresa di disporre di informazioni maggiormente diffuse per diventare a tutti gli effetti una realtà data-driven». Secondo Olivotto, inoltre, «in molte organizzazioni, a processi di produzione e prodotto sviluppatisi esponenzialmente grazie all’intelligente adozione di tecnologie, non ha corrisposto analoga crescita dell’organizzazione che, al contrario, avanza in modo logaritmico. Un divario che col passare del tempo diventa pericoloso. Ecco, secondo noi il PNRR va considerato non solo dal punto di vista della quantità di risorse che mette e metterà a disposizione, ma come strumento che indica il percorso della digitalizzazione che crea vero valore aggiunto e che rende le aziende più resilienti alle sfide quotidiane, come quello da seguire».

Simone Marchetti, EMEA SCM Alliances Demand Generation Director di Oracle, entrando nello specifico della collaborazione con LEF, che ha definito «fabbrica vera che rende possibile una esperienza che diventa un abilitatore o promotore delle best practice», ha aggiunto che essa «rende possibile l’esperienza rispetto alle nostre soluzioni in uno scenario di piena integrazione in una fabbrica reale. Disponiamo certamente, nel mondo, dei nostri customer visit center dove le nostre soluzioni possono essere toccate, analizzate, dove possiamo offrire una esperienza ai clienti. Qui – ha detto ancora Marchetti – possiamo fare di più, riusciamo tutti insieme a parlare, anche con i clienti, di come il mondo sta cambiando, di come le realtà industriali stanno ridimensionando o rimodulando i propri schemi tradizionali andando verso organizzazioni che hanno un approccio diverso. In più, qui ci sono le tecnologie che possiamo trovare nelle imprese che stanno facendo realmente innovazione. In LEF – ha concluso Marchetti – le nostre applicazioni trovano il loro terreno ideale, riusciamo a dimostrarne tutta la loro capacità di essere degli abilitatori per quella che pensiamo essere la reale trasformazione digitale sul mercato».

Condividi