Concluso il progetto “Anticipare il futuro: nuovi paradigmi, nuove tecnologie, nuove competenze”. Ecco i dati emersi dalle tavole rotonde

Il progetto “ANTICIPARE IL FUTURO: NUOVI PARADIGMI, NUOVE TECNOLOGIE, NUOVE COMPETENZE”, promosso da Fondirigenti, il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua, con Federmanager FVG e Confindustria Alto Adriatico, ha portato a importanti conclusioni sulla necessità di adattare le competenze e i profili professionali delle imprese regionali alle sfide dei nuovi scenari industriali.

Il progetto, realizzato congiuntamente da MIB Trieste School of Management e LEF, Lean Experience Factory, in collaborazione con Fedemanager FVG ed i Cluster regionali DITEDI, MAREFVG e COMET, si è svolto dal luglio 2022 a giugno 2023 coinvolgendo un centinaio di aziende regionali e una quarantina di docenti universitari e di istituti superiori.

“L’obiettivo principale del progetto è stato quello di descrivere l’evoluzione del fabbisogno di competenze e di profili professionali richiesti dalle imprese regionali – ha spiegato Guido Bortoluzzi, coordinatore del progetto per MIB Trieste School of Management – considerando la crescente pervasività delle tecnologie digitali nei prodotti, nei processi produttivi e nelle attività aziendali, nonché la transizione verso nuovi paradigmi strategici come l’open innovation e le strategie agili. L’analisi della distanza esistente tra le competenze e conoscenze attuali presenti nelle aziende e quelle necessarie in futuro ha evidenziato che le imprese si trovano di fronte a sfide significative nel colmare questo divario per affrontare i nuovi scenari industriali”.

“Questo lavoro di studio e analisi – sottolinea Marco Olivotto, Direttore Generale, LEF – vuole offrire al territorio una mappatura ragionata, oltre che degli spunti concreti, relativi all’evoluzione del fabbisogno delle competenze e dei profili professionali ricercati dalle imprese. Questo permette di identificare i percorsi formativi ideali finalizzati alla riduzione del gap rilevato e di codificare una metodologia di rilevamento dei fabbisogni formativi in ottica di upskilling e reskilling e di talent management (attrazione, coinvolgimento e ritenzione dei talenti) elementi utili ad aiutare i General Manager e gli HR manager a tracciare la rotta di sviluppo organizzativo delle imprese”.

“L’individuazione delle competenze necessarie ai manager per affrontare con successo le sfide del nostro tempo, prime fra tutte quelle legate alla transizione digitale e sostenibile, è da sempre uno dei focus della nostra azione – spiega il presidente di Fondirigenti Marco Bodini – che realizziamo attraverso le iniziative strategiche sviluppate dal Fondo con le associazioni di Confindustria e Federmanager, nei diversi territori e settori. Questo progetto ci consente di ‘tracciare la rotta’, identificando i profili e i percorsi formativi ideali per il management dei diversi comparti del territorio regionale, attuando un più stretto raccordo con le università e gli enti di formazione, fornendo al contempo un modello esportabile a livello nazionale”.

Durante le tavole rotonde, e gli eventi di confronto organizzati, è emerso che il 14,8% delle imprese sta ricercando dirigenti e manager con competenze specifiche, come change manager, diversity manager, business development manager, financial manager e investment manager. Inoltre, il 64,7% delle aziende ha evidenziato la necessità di figure professionali “white collar” come data scientist, project manager, ingegneri, progettisti, esperti di digital marketing ed esperti di sostenibilità e ambiente. Infine, il 20,5% delle richieste riguarda figure “blue collar” come meccanici, elettricisti, idraulici, manutentori, addetti alla produzione, tecnici elettronici e tecnici meccatronici.

Per quanto riguarda le competenze richieste, il 19,4% delle aziende ha evidenziato l’importanza delle competenze in IT e data management, come analisi e elaborazione dei dati, data governance, competenze digitali e ICT, competenze di Internet of Things (IoT) e programmazione software. Inoltre, il 37,3% delle aziende ha sottolineato l’importanza delle soft skills, come problem solving, lavoro di squadra, ascolto attivo, flessibilità e adattamento, intelligenza emotiva, gestione del rischio e dell’incertezza, proattività, spirito critico e conoscenza di lingue straniere.

La maggioranza delle aziende (87%) si ritiene in grado di attrarre candidature da lavoratori appartenenti alle nuove generazioni per le quali sono oramai essenziali il lavoro da remoto e l’offerta di soluzioni che concilino la formazione “on-the-job”, la collaborazione con i colleghi e la flessibilità̀.

Le strategie per attrarre e trattenere i giovani talenti non riguardano tanto l’adozione di piani di incentivazione massiva del personale, ma includono molte piccole attenzioni rivolte alle persone (e non al personale) come l’offerta di cibo fresco e sano in azienda, la consegna della spesa aziendale, assicurazioni sanitarie per i familiari dei dipendenti e persino un “maggiordomo aziendale”. Tutti elementi che contribuiscono a creare un ambiente di lavoro contraddistinto da senso di appartenenza e cura verso i dipendenti. La formazione continua e le opportunità̀ di crescita professionale sono fondamentali per soddisfare gli obiettivi personali e professionali dei giovani, i quali non considerano più la retribuzione come la leva principale per ritenere attrattiva una offerta, dando maggior peso alle prospettive di crescita e sviluppo personale.

Il percorso di analisi si è concluso con una valutazione sulle linee guida da adottare per strutturare percorsi di formazione in grado di rispondere alla rapida trasformazione della società contemporanea, attraverso un apprendimento permanente e continuo che consenta di definire le professioni del futuro.

In sintesi si è sottolineato il ruolo fondamentale della reciprocità e interazione costante tra mondo della scuola e mondo del lavoro al fine di captarne le esigenze tecnico/scientifiche; la necessità di curare la formazione di base degli studenti in termini di interdisciplinarità, flessibilità e capacità di porsi di fronte a situazione nuove; la promozione della generatività degli studenti, ossia della capacità di proporre e attivare il cambiamento; la necessità di adottare modalità di docenza interattiva, esperienziale e di gruppo, l’opportunità di sensibilizzare il corpo docente e gli studenti rispetto alle tematiche sociali, alla sostenibilità e alla governance del territorio; la necessità a livello di corpo docente di condividere le diverse esperienze scolastiche e universitarie interagendo tra discipline tecniche e umanistiche; l’importanza del metodo matematico scientifico e sue correlazioni con le basi umanistiche e filosofiche.

LEF: Bilancio a +100%, numeri e prospettive da player internazionale. Confermato il CDA

L’assemblea dei Soci di LEF, l’azienda digitale modello fondata nel 2011 da Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, ha approvato il bilancio 2022. Numeri che descrivono una storia di straordinaria progressione e lungimiranza, indicatori positivi che si innestano nelle previsioni che il Presidente, Michelangelo Agrusti, aveva formulato a cavallo dei due esercizi precedenti parlando di «passaggio intermedio di un percorso pluriennale fatto di investimenti in risorse umane e infrastrutture necessari per diventare riferimento nazionale e internazionale nella creazione di competenze, mentalità e comportamenti per creare manager e tecnici».  

La performance così intesa si misura certamente sul raddoppio di fatturato rispetto al 2021 e sull’apprezzabile utile d’esercizio, conseguito al netto di rilevanti investimenti per la realizzazione della Digital Control Tower e delle conseguenze contabili del caro energia; ma si legge anche nella costante e apprezzata capacità di LEF, da un lato, «di erogare costantemente nuove proposte formative e di consulenza per supportare concretamente le PMI del tessuto produttivo locale» e, dall’altro, grazie a versatilità e concretezza di proposte, di «riuscire ad essere attrattiva e portatrice di valore aggiunto per alcuni dei più grandi player al mondo». 

Tradotto in numeri di produzione significa, nel solo 2022, consulenza e formazione erogata a oltre 500 tra imprenditori e manager, a 500 tecnici (per complessive 250 giornate) e a 1.200 studenti. È cresciuta significativamente anche la capacità di dialogare con interlocutori internazionali e nazionali (una trentina gli eventi organizzati in tal senso) e il numero delle missioni da e per l’Italia (Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Spagna) per esportare nel mondo il modello LEF.  

Numerose le attività iscritte a bilancio per i prossimi mesi: un milione di euro per il revamping di mille metri quadri della sede storica, necessari a soddisfare le tante richieste formative con l’aggiunta di proposte ulteriori e particolari; gli investimenti in nuovi laboratori e tecnologie abilitanti (che sviluppano cioè soluzioni o miglioramenti tecnologici attraverso esperienze di ricerca capaci di rivitalizzare il sistema produttivo e sono pertanto considerate fondamentali per la crescita e l’occupazione); il rafforzamento dei percorsi di formazione; la sinergia con ITS Alto Adriatico per creare un hub di formazione per il capitale umano, un unicum in Italia. 

Nel 2022 sono inoltre state poste le basi, gettate poi nel 2023, della creazione del Deep Tech Center, nuovo centro di ricerche in partnership con MIB School of Management, Obloo, Venture Factory (VF) che si occuperà di tecnologie avanzate che richiedono un alto grado di competenza scientifica e tecnologica per essere sviluppate e, spesso, basate su innovazioni scientifiche e tecniche radicali. 

Come nell’esercizio precedente, anche nel 2022 il valore della produzione, come ha spiegato il Direttore Generale, Marco Olivotto«deriva da attività di formazione customizzate per singolo cliente o collettive. L’offerta è arricchita dalla consulenza volta all’accompagnamento verso la trasformazione lean e digitale; a ciò si sono aggiunte, nel 2022, altre aree di business che stanno ampliando la presenza internazionale di LEF, propiziate dalla collaborazione in alcuni progetti europei sui temi dell’intelligenza artificiale e della mobilità». Completano il pacchetto, le attività di auditing e assesment sulle nuove soluzioni tecnologiche sviluppate dalle start-up (Test-bed). La progressione del bilancio è sostenuta anche dalla collaborazione con un network di esperti nazionali e internazionali sui versanti expert e faculty in materia di trasformazione lean e digitale (i moduli formativi sono 50). 

I soci hanno infine provveduto alla nomina del CdA confermando quello attualmente in carica così composto: Michelangelo Agrusti – Presidente, Sergio Giovanni Farioli – Vicepresidente, Paolo Candotti – Consigliere, Adriano Luci – Consigliere, Nicola Redi – Consigliere. 

Dalla rassegna stampa:

RAI News TGR Friuli Venezia Giulia “San Vito al Tagliamento, fatturato sempre in crescita per LEF”

Il Gazzettino “La fabbrica modello chiude in utile e si ingrandisce” (in foto)

Messaggero Veneto “Agrusti resta a capo della LEF. Investito un milione per la sede” (in foto)

Il Piccolo “LEF, Agrusti alla guida. Ora nuovi investimenti” (in foto)

ANSA “Un milione per recuperare la sede” (in foto)

Highlights 2021-22: I numeri della crescita ad 1 anno dall’inaugurazione

Ad 1 anno esatto dall’inaugurazione del nostro nuovo building, ci siamo fermati a fare un bilancio di quanto fatto in questi 12 mesi: oltre 600 le persone che hanno visitato LEF in quest’anno, per un totale di 320 aziende ospitate. 

Per quanto riguarda le business unit principali, consulenza e formazione, abbiamo superato le 220 aziende supportate nel loro percorso di innovazione lean e digital e formato più di 2.500 persone nel nostro hub esperienziale.

Al core business, si sono aggiunte 3 nuove aree di attività: 

  • Education rivolta al mondo dell’istruzione, dalle medie ai master;
  • Progetti Internazionali con all’attivo già due progetti;
  • Test bed per validare all’interno dell’azienda modello nuove soluzioni provenienti da star up e spin off.

Per far fronte alla crescita numerica, anche l’organizzazione si è adeguata velocemente inserendo nuove figure professionali (+15 tra nuovi esperti e collaboratori), ampliando i casi d’uso presenti in azienda modello (+150 attualmente all’attivo) e instaurando nuove partnership con provider tecnologici e operatori del cambiamento (+18 nuove collaborazioni).

Vedi l’infografica completa CLICCA QUI.

Tutti numeri con segno positivo, indicatori di una crescita importante e di successo che ci spingono a guardare con rinnovata motivazione ai prossimi obiettivi tra cui la nuova Digital Control Tower (operativa a settembre), in autunno il rifacimento del primo building che ospiterà nuove aule formative, nuovi ambienti di lavoro ed anche nuovi casi d’uso, nel 2023 nuovi percorsi di formazione sulla sostenibilità con l’applicazione di tecnologie all’avanguardia tra cui un bioreattore ad alghe per la compensazione delle emissioni di CO2.

Progetti che vanno sempre nella direzione dell’innovazione digitale e ottimizzazione lean, mettendo al centro di tutto le persone e la formazione: vere protagoniste di questo successo perché, come spiega Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico, «l’unico vero vincolo al cambiamento è l’assenza di chi sarà preposto a gestirlo, proprio per questo pensiamo invece che tutti debbano essere protagonisti della rivoluzione digitale: dirigenti, quadri, lavoratori fino agli studenti degli istituti superiori che in LEF trovano accoglienza con la stessa logica di un campus”. «La rinnovata offerta di formazione, incentrata sulla trasformazione digitale – ha aggunto Cinzia Lacopeta, Leader McKinsey Capability Center Europa e Nord America – copre l’intera catena del valore: dalla ricerca e sviluppo agli acquisti, alla supply chain, all’amministrazione e alla produzione, con particolare riguardo all’applicazione dell’intelligenza artificiale e al supporto della manifattura. Grazie agli oltre 100 digital use case che sono stati implementati con l’impegno di oltre 50 esperti McKinsey da tutto il mondo, dei tech player e delle startup, è possibile trarre ispirazione sulle migliori tecnologie presenti sul mercato e sulla corretta modalità di applicazione per superare la prima fase pilota e raggiungere risultati a scala. La formazione offerta in LEF è di tipo esperienziale e permette all’utente di visualizzare lo stato finale della digitalizzazione in termini di use case e impatti, con focus non solo sulla tecnologia, ma anche sulle competenze e sui comportamenti abilitanti».  

Secondo Sergio Farioli, Partner McKinsey & Company «in LEF è possibile toccare con mano i risultati ed essere protagonisti della trasformazione con evidenti benefici: un aumento della produttività del 30%, ad esempio grazie al digital twin per ottimizzare i parametri macchina, un miglioramento del servizio al cliente con una riduzione del lead time fino al 20% attraverso gli advanced analytics per bilanciare la linea di produzione, un incremento della qualità mediante sistemi di visual inspection con algoritmi di intelligenza artificiale. LEF è diventata digital lighthouse per gli altri undici centri di formazione e innovazione di McKinsey a livello globale e, nel corso dell’ultimo anno, ha esportato gran parte dei moduli di formazione e dei digital use case negli altri centri europei e americani. Guardando al prossimo anno, interessanti novità sono in pipeline: quella più importante riguarda un nuovo percorso di formazione dedicato al tema della sostenibilità, con l’applicazione di tecnologie all’avanguardia tra cui un bio-reattore ad alghe per la compensazione delle emissioni di CO2».  

Il percorso di crescita strutturale di LEF, che nel 2021 aveva richiesto circa 12 milioni di investimento necessari per triplicare le dimensioni e la dotazione tecnologica, percorso che venne completato a tempo di record nonostante la pandemia, prosegue spedito: a settembre sarà inaugurata la Digital Control Tower che consentirà di aggregare dati provenienti dai vari ambiti aziendali interni trasformandoli in informazioni per assumere decisioni su supply chain, produzione o gestione degli asset aziendali; in autunno, inoltre, sarà avviato il cantiere per l’adeguamento del building che ospitò nel 2011 l’azienda nel suo primo tratto di vita; ospiterà nuove aule formative, ambienti di lavoro e soluzioni sofisticate per la produzione.  «Un anno ricco di soddisfazioni e sfide – commenta il Direttore generale di LEF, Marco Olivotto – che consolida la dimensione internazionale di LEF. Gli investimenti, l’inserimento in alcuni network italiani (il sistema Alto Adriatico, IP4FVG e SMACT) e globali, i centri di competenza McKinsey nel mondo, in cui LEF è sempre un soggetto trainante e faro per gli altri, restituiscono la dimensione della rilevanza e dell’impatto creati e nel supporto che siamo stati in grado di fornire alle organizzazioni che investono in capitale umano, elemento centrale del successo nella trasformazione digitale e nella competitività presente e futura. Nel nostro percorso – ha aggiunto – rilevanza rivestono gli investimenti tecnologici, il costante sviluppo di contenuti formativo/educativi e le collaborazioni world wide. Tratto distintivo e centrale in tutte le azioni, è sempre la persona al centro perché LEF è già pronta all’industria 5.0 più sostenibile, human-centric e resiliente». 

Trasformazioni digitali di successo per l’azienda di oggi, adesso e non domani

Oggi in diretta da LEF si è svolto l’evento-racconto “L’azienda che visse due volte”, un evento ideato dal nostro partner Alfa Sistemi in collaborazione con Oracle e GiGroup per raccontare in modo pratico e realistico come oggi un’azienda può vivere la sua trasformazione digitale, quali benefici ne consegue e quali sono le best practice da tenere a mente.

L’evento racconta la storia di ALO Technology, un’azienda fittizia paradigma di un’aziende come tante altre che dopo gli anni del boom economico e la prima rivoluzione digitale si è trovata in difficoltà di fronte al mutato contesto economico e sociale difficile da comprendere e governare. ALO però ha saputo mettersi in discussione e reinventarsi, affrontando una trasformazione digitale di successo.

In sala e collegate on line altre aziende come ALO che hanno risposto a diversi quesiti sul tema, dando degli spunti di riflessione interessanti.

Di seguito alcuni dati:

  • l’80% delle aziende che hanno risposto al sondaggio pre-evento sostengono che la collaborazione non si ottiene grazie agli strumenti tecnologici quanto piuttosto al buon senso delle persone;
  • il 70% delle aziende si aspetta che i propri collaboratori accolgano con entusiasmo un processo di trasformazione digitale perché lo ritengono un’opportunità;
  • il 48% dei partecipanti lavora in un’azienda in cui le decisioni sono concentrate in poche figure apicali e la stessa percentuale di aziende, al contrario, opera in realtà dove le decisioni sono condivise tra tutti i collaboratori. Sistemi organizzativi e decisionali contrapposti, forse indicativi di una situazione in fieri.

Altri temi che sono emersi riguardano da un lato il dato e l’utilizzo dello stesso, dall’altro la sostenibilità. Si parla sempre di più di aziende guidate dai dati (data driven enterprise) e in effetti il tema è caldo, ma ad oggi la sensazione è che ci sia un uso non efficace dei dati, perché troppo compartimentali e poco trasversali; altro tema di interesse è la sostenibilità, ma anche in questo caso la sensazione è che se ne parli molto ma si riesca a fare poco per mettere a terra progetti concreti.

Fattore comune dei diversi interventi e delle dimostrazioni pratiche degli user case implementati nell’azienda modello LEF, rimane la persona e le sue competenze. Da qui il suggerimento, per qualsiasi rivoluzione in azienda, digitale lean o altro, è di partire sempre dal sensibilizzare il team di lavoro e creare la giusta cultura.

Per questo motivo, come ha ricordato anche Marco Olivotto, nostro Direttore Generale, “è bene occuparsi della formazione delle risorse e in LEF lo facciamo con l’approccio esperienziale all’interno della fabbrica modello per far vedere quello che oggi (non domani) la tecnologia può fare per abilitare il cambiamento”. Sempre di più nel mercato del lavoro si cercano figure con competenze verticali e non più generaliste, inoltre alle così dette hard skill o competenze professionali, si affiancano necessariamente le competenze di tipo soft o relazionali.

Tra gli esempi pratici di come la tecnologia oggi può supportare le aziende, Federica Meroi di Alfa Sistemi ha presentato il nuovo modello di ufficio per lo sviluppo del prodotto, dove la prototipazione è più efficace con l’ausilio di stampante 3D, digital twin di prodotto e altri metodi di product development 4.0; dashboard di visualizzazione dei dati intuitive e dinamiche ad uso del top management non solo per avere informazioni pronte all’uso ma soprattutto per comprenderne i perché e agire di conseguenza; sistemi di controllo e gestione a distanza dei plant produttivi, delle macchine e di eventuali guasti.

Ricordiamo infine, per chi si fosse perso l’evento in diretta, che tutti gli user case affrontati oggi durante l’evento sono visionabili dal vivo durante i nostri corsi o prenotando una visita presso la nostra azienda modello.

Cybercrime ed efficientamento della P.A. L’arma dei Carabinieri in visita in Lef

Nel corso della visita che i Carabinieri della Legione Friuli Venezia Giulia e i rappresentanti provinciali dell’Arma hanno effettuato nella nostra azienda modello lunedì 2 maggio si è parlato di cyber sicurezza, di temi legati al crimine informatico e dell’importanza dell’efficientamento nella pubblica amministrazione grazie all’adozione sistematica del digitale.

Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha posto l’accento sull’attenzione che il sistema Alto Adriatico riserva in senso più ampio ai temi della sicurezza – informatica, soprattutto in un momento delicato come questo e sul lavoro, perseguendo l’obiettivo di Zero morti in fabbrica entro un biennio grazie al programma formativo definito assieme ad organizzazioni sindacali, OPP ed ASFO, in svolgimento proprio in LEF dallo scorso 29 aprile.  

La delegazione, guidata dal colonnello Ivano Fraticelli, vicecomandante della Legione FVG, ha visitato i 3 mila metri quadri del nuovo building approfondendo, tra le altre, le questioni legate alla possibilità di un ulteriore semplificazione e velocizzazione delle erogazioni conseguite in amministrazioni che si sono avvalse della consulenza di LEF (+70%). L’auspicio delle parti è che si possa addivenire, in tempi stretti, a una collaborazione strutturata e continuativa.  

Erano presenti per l’Arma, oltre al colonnello Fraticelli, che ha sostituito il generale Francesco Atzeni, impegnato in una imprevista attività istituzionale, i parigrado Massimiliano Pigato, Capo Ufficio OAIO della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia, Luciano Paganuzzi, comandante provinciale Carabinieri di Pordenone, Giuseppe Torchia, comandante provinciale Carabinieri di Gorizia, Orazio Ianniello, comandante provinciale Carabinieri di Udine e Maurizio Li Calzi, capo ufficio comando del comando Provinciale di Trieste. 

Sicurezza sul lavoro, obiettivo zero morti. Al via in Lef la “Scuola” per gli RLS

La sicurezza sul lavoro è un punto imprescindibile per Confindustria Alto Adriatico: lo è stato in passato con numerose iniziative (tra cui 10 Volte Sicurezza), nella contingenza della pandemia assieme a Prefettura, sindacati e aziende sanitarie territoriali con la campagna vaccinale (15 mila dosi inoculate e 300 mila tamponi effettuati tra Pordenone, Gorizia e Trieste sia negli hub allestiti ad hoc sia nelle aziende) e nella programmazione di ulteriori, importanti attività presentate venerdì scorso in LEF dal Presidente, Michelangelo Agrusti, in rappresentanza anche delle altre Associazioni di categoria, e delle organizzazioni sindacali (Flavio Vallan per CGIL, Cristiano Pizzo per CISL Roberto Zaami per UIL).  

LEF, infatti, è sede del corso di formazione dedicato agli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) in applicazione all’accordo del 21 luglio 2021 che prevede l’analisi dei casi, la ricerca di procedure e la formazione dei lavoratori. Per conseguire l’obiettivo dichiarato di Zero Morti sul lavoro, il percorso è stato di responsabilizzazione e coordinamento delle attività degli RLS nelle fabbriche e di ampliamento del ruolo degli Organismi Paritetici Provinciali (OPP).  

«Due incidenti mortali avvenuti nel recente passato – ha detto Agrusti – hanno rafforzato le nostre convinzioni e quelle delle organizzazioni sindacali accelerando la creazione di iniziative in risposta al deficit di sicurezza in alcuni ambienti di lavoro che può dipendere dalla scarsa attenzione, dall’impreparazione del datore di lavoro o dall’arruolamento di personale sprovvisto di qualsiasi nozione, anche solo teorica». Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico ha ricordato la morte della ventiduenne di Prato, stritolata da un macchinario, spiegando che «determinate tragedie si possono evitare adottando sistemi di sicurezza ridondanti; parallelamente – ha detto – dobbiamo lavorare sulla difettosità dell’essere umano affinché una distrazione non si trasformi in tragedia».  

Il corso, iniziato proprio nel giorno in cui il capo dello Stato ha fatto visita alla scuola di Lorenzo Parelli, lo studente vittima di un incidente nell’ultimo giorno del percorso scuola – lavoro, prevede tre moduli della durata di due ore ciascuno che si svolgeranno con l’ausilio di esperienze dirette supportate, in laboratorio, da attrezzature tecnologiche: 1) Nuove tecnologie per addestramento e per il supporto da remoto: vantaggi e opportunità; 2) Robot, cobot ed esoscheletri; 3) Mentalità, comportamenti e tecnologie per la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. I contenuti dei moduli saranno visibili anche nella videoteca del sito OPP. «Esporteremo questa mentalità nelle scuole superiori – ha aggiunto il Presidente – affinché i giovani possano approdare al mondo del lavoro avendola già metabolizzata». 

Secondo Flavio Vallan «il valore di quest’iniziativa non è solo formativo, ci consente di comunicare che la sicurezza, nelle fabbriche, è diventata sistemica e che, dove non lo è ancora, lo deve diventare. Un risultato che si ottiene abbattendo il gioco dei veti incrociati serve un terreno comune affinché le contrattazioni contengano riferimenti chiari e che non vi siano, tra impresa e sindacato, o tra gli stessi sindacati, elementi di competizione». Secondo Vallan questa mentalità «che ritroviamo nello spirito di questo accordo, va espansa anche ad altri ambiti dove non è ancora stato fatto nulla; di qui la nostra richiesta al Prefetto affinché ciò possa avvenire». 

Cristiano Pizzo ha ricordato la grande operazione di fiducia reciproca tra Confindustria Alto Adriatico e sindacati per superare i problemi derivati dalla pandemia garantendo la continuità delle produzioni. «Questo ulteriore step di lavoro insieme – ha aggiunto – è il frutto di due anni di lavoro in tempi assai complicati in cui gli accordi, diversamente da ciò che talvolta accade, sono stati realizzati alla lettera». 

Roberto Zaami, infine, ha sostenuto che «Zero morti sul lavoro non è uno slogan, ma un impegno civile concreto che ha l’obiettivo di coinvolgere tutti, dalla cittadinanza alle parti in gioco. Con una azione sistemica e con un investimento, qual è la formazione».

Fatturato in crescita e utili reinvestiti. In estate via ai lavori di ampliamento

Fatturato in crescita del +30%, offerta formativo-consulenziale sempre più ricca e considerevole incremento del portafoglio clienti nonostante la pandemia. Questi sono i numeri dell’ultimo bilancio approvato con soddisfazione dai soci di LEF, che hanno unanimemente deciso di reinvestire l’utile d’esercizio, pari al 10% circa dei ricavi, per un ulteriore balzo nel 2022.

«Quello del 2021 è un passaggio intermedio di un percorso pluriennale, fatto di investimenti in risorse umane e infrastruttura che ci porterà, raddoppiando costantemente i numeri – ha detto il Presidente di LEF e Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – a diventare riferimento nazionale e internazionale nella creazione di competenze, mentalità e comportamenti necessari per creare manager e tecnici a tutto tondo, in grado si supportare aziende di qualsiasi dimensione, ad affrontare la trasformazione lean e digitale».

Il valore della produzione, come ha spiegato il Direttore Generale, Marco Olivotto, deriva principalmente da attività di formazione customizzate per singolo cliente, o collettive. L’offerta è arricchita dalla consulenza volta all’accompagnamento verso la trasformazione lean e digitale; a ciò si sono aggiunte, nel 2021, altre aree di business che stanno ampliando la presenza internazionale di LEF, propiziate dalla collaborazione in alcuni progetti europei, sui temi dell’intelligenza artificiale e della mobilità. Completano il pacchetto, le attività di auditing e assesment sulle nuove soluzioni tecnologiche sviluppate dalle start-up.

La crescita indicata nel bilancio presentato ai soci è sostenuta dall’inserimento in pianta organica di nuove risorse, dalla collaborazione con un network di esperti nazionali e internazionali sui versanti expert e faculty in materia di trasformazione lean e digitale (i moduli formativi sono 50) e dagli investimenti in infrastrutture, segnatamente nel revamping che partirà in estate sui mille metri quadri che si aggiungeranno ai 3 mila inaugurati a luglio. Una necessità non procrastinabile stante l’incremento di richieste e la volontà di aggiungere proposte formative ulteriormente avanzate e particolari.

In questo contesto vanno lette le due grandi novità in agenda che troveranno spazio nel nuovo building: una digital control tower per la gestione totale e omnicomprensiva di tutti i parametri di funzionamento dell’azienda – interni ed esterni – e una stanza immersiva dove si potrà fare formazione in modo ancor più impattante ed esperienziale. Sarà infine realizzata una nuova linea produttiva (600 mq) che incontrerà le esigenze e le peculiarità di industrie che hanno specifiche necessità.