Transizione digitale: opportunità unica con il Fondo Next Generation EU attraverso LEF 

Nel contesto del “Programma Europa Digitale”, a sostegno della trasformazione digitale delle società e delle economie europee, è stata prevista la realizzazione di una Rete europea di Poli di Innovazione Digitale, gli European Digital Innovation Hubs – EDIHs, di cui LEF fa parte.

L’obiettivo degli EDIHs è assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI e della pubblica amministrazione attraverso l’adozione di tecnologie digitali avanzate, quali intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni, cybersecurity. 

LEF, grazie al suo ruolo di acceleratore della trasformazione digitale delle imprese, potrà garantire l’accesso al Fondo Next Generation EU per circa 1 milione di euro destinato a PMI e grandi imprese per accompagnarle nel loro percorso di trasformazione digitale.

Di seguito i servizi che mettiamo a disposizione delle imprese: 

  • Assesment e auditing  
  • Definizione di casi d’uso digitali e supporto sul campo per la trasformazione 
  • Test-bed prima dell’investimento 
  • Formazione e creazione di competenze 

L’accesso ai servizi di LEF sarà garantito fino all’esaurimento delle disponibilità, con operatività immediata, senza la necessità di complesse procedure burocratiche. 

Gli ambiti dei servizi di consulenza e formazione di LEF sono centrati, per l’appunto, sulla trasformazione digitale e coprono l’intera catena del valore, dalla ricerca e sviluppo agli acquisti, dalla supply chain all’amministrazione e alla produzione, con un focus particolare sull’applicazione dell’intelligenza artificiale e sul supporto alla manifattura.   

Per maggiori informazioni:  

Lorenzo Giacomini 
Account Manager 
tel. 380 1477579
e-mail [email protected] 

Solo la metà delle PMI del territorio ha beneficiato delle agevolazioni Industria 4.0

Una delle priorità di Confindustria Alto Adriatico e LEF è quella di accompagnare le aziende del territorio, in particolare aziende manifatturiere, nel percorso di trasformazione digitale. Una tematica che incrocia l’attualità poiché consente di evitare sprechi e di abbattere conseguentemente i costi dell’intera catena del valore: dagli acquisti, compreso l’acquisto dell’energia che in questo momento è particolarmente critico, ai processi di vendita e post vendita.

La necessità di essere sempre più efficaci nelle proposte ha stimolato la veicolazione di un questionario sulla reale quota di utilizzo degli incentivi tra le imprese e le modalità con cui gli imprenditori hanno intrapreso il percorso della digital trasformation.

All’indagine hanno risposto in prevalenza PMI, ovvero imprese sotto i 50 mln di euro di fatturato ed i 250 dipendenti. Il primo elemento che balza agli occhi dall’analisi dei dati è che il 56% delle aziende, poco più della metà quindi, ha sin qui beneficiato delle agevolazioni di “Industria 4.0” dal 2017 ad oggi. Tra di esse il 62% dichiara, pur in presenza di modifiche ancora parziali, un cambio nell’organizzazione e nelle modalità di lavoro mentre il 27% ha ammesso l’assenza di modifiche sostanziali. Solamente una piccola parte, pari all’11% dichiara di aver avuto una completa trasformazione digitale.

Tra le ragioni addotte dagli imprenditori in tema di mancato accesso a iper/super ammortamento e/o credito di imposta, figurano l’assenza di investimenti in tecnologia (46%) o in macchinari (35%), il fatto di non essere a conoscenza degli incentivi (14%) o la troppa burocrazia (5%). Più in generale, però, il 56% delle imprese vede con favore gli investimenti in tecnologia di cui sono già in grado di quantificare i margini di miglioramento. Che potranno essere consistenti (23%), abbastanza consistenti (34%), percepibili (41%) e non percepibili (1%).

Se esistano o meno in azienda le competenze per cogliere i benefici della digitalizzazione, solo il 32% ha risposto positivamente, mentre la maggior parte delle aziende ritiene che siano in parte presenti ma servirebbero maggiori competenze specifiche manageriali e tecniche, oppure che è necessario un forte percorso di crescita e formazione.

Secondo il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, gli esiti del questionario indicano che «molta strada è stata fatta, ciò nonostante, ci attende ancora parecchio lavoro: da un lato – ha detto – per stimolare le imprese a serrare i tempi della trasformazione digitale, dall’altro per garantire adeguata competenza tecnica e manageriale a chi, pur in presenza di effettivi cambiamenti sostanziali, non riesce ancora a beneficiare di tutti o parte dei vantaggi. Colmare il primo aspetto – informativo e di stimolo alla digitalizzazione – è un compito che Confindustria Alto Adriatico, Polo Tecnologico Alto Adriatico e LEF, sinergicamente, si sono dati tra le priorità e perseguono quotidianamente. La formazione, dentro e fuori le aziende, è invece garantita dagli ITS e da LEF, l’azienda digitale modello che fornisce alle aziende manifatturiere e di servizi le competenze per raggiungere l’eccellenza operativa e realizzare con successo la trasformazione digitale».

Per Massimiliano Ciarrocchi, Direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, «il nostro compito è quello di affiancare quel 44% che deve ancora affacciarsi alla digitalizzazione, perché ne va della loro stessa esistenza, ma anche di continuare ad occuparsi del 56%, assistendo quelle imprese nella continua evoluzione della frontiera digitale. Il sistema Alto Adriatico ha al suo interno le eccellenze necessarie a svolgere questo compito e, soprattutto, può far sì che quel 56% funga da faro per chi è ancora refrattario al cambiamento».

Più articolata l’analisi di Marco Olivotto, Direttore generale di LEF: «Dati in linea con quelli nazionali: se prendiamo a riferimento l’European Innovation Scoreboard Index 2022 – che valuta il livello di innovazione basata su una serie di fattori (infrastrutture, investimenti in R&D, innovazione di prodotto e di processo, skills dei dipendenti, impatti su crescita e sostenibilità ambientale) – l’Italia, pur essendo la terza economia dell’area euro, si posiziona al quindicesimo posto per performance. I punti deboli riguardano gli investimenti in innovazione di prodotto e processo ancora contenuti e la carenza di personale con skill su innovazione e digital. Nel manifatturiero, in particolare, assistiamo al fenomeno della cosiddetta “valle della morte” delle sperimentazioni: la maggior parte delle aziende che ha investito in Industria 4.0 ha intrapreso azioni concrete volte a trovare delle soluzioni per creare benefici reali e del valore aggiunto per le proprie organizzazioni, quali ad esempio controllo della qualità di prodotto/processo grazie a sensori ed AI, prodotti interconnessi o digitalizzazione ed automazione del rapporto con i clienti, incrementare l’efficienza della forza lavoro grazie a tecnologie abilitanti, fabbriche e plant intelligenti; solo una piccola parte di queste iniziative e sperimentazioni, però, è stata trasferita ad una fase industriale e viene normalmente utilizzata nella gestione e conduzione delle aziende. Le motivazioni sono riconducibili a sfide e rischi quali la sicurezza informatica, la complessità tecnica e le risorse necessarie a standardizzare ed industrializzare una soluzione ed una non sempre chiara valutazione del ritorno sull’investimento».

Iniziativa speciale di LEF contro il caro energia: Smart energy aperto a tutti

Dopo 2 anni di pandemia e una guerra ancora in corso, le aziende sono chiamate ad affrontare una nuova sfida: il caro energia.

Il gas ad agosto di quest’anno ha raggiunto un costo di 300€/Megawattora, nel 2020 il prezzo medio unico nazionale era a 39€, negli anni precedenti mediamente a 60€. La notizia di ulteriori aumenti tra settembre e ottobre ci portano ad un costo energetico, da qui a fine anno, quasi quadruplicato.

Da questa consapevolezza nasce la volontà di dare un contributo concreto, mettendo a fattor comune competenze ed esperienze maturate con successo sul tema dell’energy management e confluite nel percorso formativo dal titolo Smart Energy. Nasce così l‘iniziativa di solidarietà contro il caro energia, per cui il corso Smart Energy già in calendario il 27 settembre verrà erogato gratuitamente. 

Confindustria Alto Adriatico, che ha attivato una task force a supporto tecnico-finanziario delle imprese in difficoltà a causa del caro energia, mobilita ulteriormente la propria struttura a sostegno del tessuto produttivo e approva la decisione di consentire l’accesso gratuito alle aziende che ne faranno richiesta, anche non associate Confindustria, al corso Smart Energy. 

L’iniziativa di solidarietà, che rientra in un progetto più ampio e articolato, si innesta perfettamente, oggi, in una fase drammatica legata al risparmio energetico: «L’idea era nata lo scorso anno – spiega il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – preso atto di quanto le ricadute congiunturali previste a cavallo tra 2021 e 2022, poi aggravatesi con il conflitto in Ucraina, avrebbero potuto avere sui nostri associati. La situazione è, se possibile, ulteriormente peggiorata; di qui la decisione di rendere disponibile a quanti ne faranno richiesta questo protocollo operativo creato per consentire concretamente alle aziende, non solo del Friuli Venezia Giulia, di limitare i consumi».

Per partecipare all’iniziativa basta iscriversi on line, la prenotazione è obbligatoria e i posti sono limitati.

Conosci Smart Money? Ecco l’incentivo per le startup innovative

Smart Money è un incentivo a livello nazionale per startup innovative interessate a fruire servizi di incubatori, acceleratori e digital innovation hub.  

Si tratta di un contributo a fondo perduto che permette di finanziare consulenza, supporto e sviluppo forniti da enti abilitati ed ha lo scopo di facilitare la definizione del progetto e l’ingresso sul mercato. 

Un po’ di numeri:

9,5 milioni di euro: dotazione finanziaria complessiva 

12 mesi: periodo minimo in cui sviluppare l’attività 

10.000 euro: importo massimo dell’agevolazione 

80%: copertura delle spese  

24 giugno: apertura domande

Se fai parte di una startup nata da meno di 24 mesi e catalogata come innovativa puoi presentare la domanda presso il sito internet. All’incentivo sono ammesse anche persone fisiche che si impegnano a costituire una società in seguito all’eventuale selezione.  

Il test bed di LEF 

LEF ha recentemente iniziato ad ospitare un test bed, un ambiente dove testare soluzioni lean e digitali prima di replicarle in un contesto reale

Le start up possono validare le proprie soluzioni innovative all’interno di un contesto complesso costituito da due imprese manifatturiere.  

La combinazione di softwarehardware e know-how permettono a LEF di accogliere e seguire start up provenienti da un ampio ventaglio di settori e applicazioni.  

In quanto digital innovation hub, LEF eroga servizi rimborsabili dal programma Smart Money.  

Qui le start up possono: 

  • sviluppare processo di design thinking per giungere a un caso d’uso 
  • ottenere una validazione ingegneristica di dati su protocollo sperimentale 
  • implementare il caso d’uso insieme al cliente finale  

La flessibilità di LEF permette di passare da una Proof of Value concettuale a una Proof of Concept validata per ottenere una soluzione che sia efficace nel mondo reale. 

Vuoi saperne di più?