LEF: modello apripista per la sicurezza in azienda

Visita del coordinatore nazionale sicurezza di Confindustria, chiamata dal Governo a presentare “casi di successo”: «In LEF modalità nuova di intervenire sulla sicurezza che sarà prevista dai nuovi accordi Stato –Regione» | Agrusti: «Sicurezza snodo importante delle nostre attività» 

«La sicurezza sul lavoro è uno snodo importante delle attività di Confindustria Alto Adriatico – ha detto il Michelangelo Agrusti, Presidente della stessa e di LEF – e proprio su questo tema, grazie alla collaborazione con le organizzazioni sindacali, Asfo e la Prefettura di Pordenone, è stato sottoscritto un accordo territoriale che ha quale obiettivo Zero Morti sul Lavoro.

In esso trova spazio anche un percorso formativo in cui risulta centrale il ruolo di LEF, in cui si svolge la Scuola per la Sicurezza a favore dei Rappresentanti dei lavoratori (RLS), dei Responsabili del servizio di prevenzione (RSPP) e dei datori di Lavoro».  

E l’importanza del modello LEF è testimoniata dalla visita che il coordinatore nazionale sicurezza di Confindustria Fabio Pontrandolfi ha svolto negli scorsi giorni in LEF.

Un incontro importante, perché Viale dell’Astronomia è stata chiamata dal Governo a sottoporre una rosa di proposte che saranno utilizzate come modello in materia di sicurezza. Compito di Pontrandolfi – che ha potuto apprezzare le performance della formazione immersiva per la sicurezza, tramite la quale si addestrano i lavoratori a un comportamento sicuro e salutare nel luogo di lavoro – individuare casi d’eccellenza del sistema-Italia. 

Di LEF Pontrandolfi ha parlato come «di nuovo modello di gestione dell’azienda sotto il profilo della sicurezza che, utilizzando la realtà virtuale, risulta molto più efficace della formazione a tavolino e molto più performante dei comportamenti sicuri. Le evoluzioni, una volta che il layout è stato inquadrato e customizzato per singolo caso – ha aggiunto – possono essere utili anche durante la vita dell’impresa alla vigilanza e ai controlli dei comportamenti, all’individuazione di condotte non consone che il preposto, una volta verificate, può trasmettere al modello informatico. È un nuovo modo di intervenire sulla sicurezza che sarà previsto dai nuovi accordi Stato–Regioni sulla formazione e che, proprio alla luce di questo accordo, potranno essere ulteriormente valorizzati.

LEF – ha detto ancora Pontrandolfi – ha colto appieno la parte evolutiva e formativa. Ora si tratta di customizzare e diffondere, di tenere tutto sistematicamente aggiornato. È un modello apripista nel Paese, è avanzato e, soprattutto, sollecita non tanto o non solo l’aspetto tecnologico che è comunque diffuso noto e conosciuto, ma agisce sulla cultura della sicurezza». 

Rassegna stampa

ANSA, 11 ottobre 2023

Industria Italiana, 11 ottobre 2023

Nord Est Economia, 12 ottobre 2023

Messaggero Veneto, 12 ottobre 2023

Italy 24 Press Italian, 12 ottobre 2023

Italy 24 Press News (english), 12 ottobre 2023

Il Gazzettino, 15 ottobre 2023

Transizione digitale: opportunità unica con il Fondo Next Generation EU attraverso LEF 

Nel contesto del “Programma Europa Digitale”, a sostegno della trasformazione digitale delle società e delle economie europee, è stata prevista la realizzazione di una Rete europea di Poli di Innovazione Digitale, gli European Digital Innovation Hubs – EDIHs, di cui LEF fa parte.

L’obiettivo degli EDIHs è assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI e della pubblica amministrazione attraverso l’adozione di tecnologie digitali avanzate, quali intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni, cybersecurity. 

LEF, grazie al suo ruolo di acceleratore della trasformazione digitale delle imprese, potrà garantire l’accesso al Fondo Next Generation EU per circa 1 milione di euro destinato a PMI e grandi imprese per accompagnarle nel loro percorso di trasformazione digitale.

Di seguito i servizi che mettiamo a disposizione delle imprese: 

  • Assesment e auditing  
  • Definizione di casi d’uso digitali e supporto sul campo per la trasformazione 
  • Test-bed prima dell’investimento 
  • Formazione e creazione di competenze 

L’accesso ai servizi di LEF sarà garantito fino all’esaurimento delle disponibilità, con operatività immediata, senza la necessità di complesse procedure burocratiche. 

Gli ambiti dei servizi di consulenza e formazione di LEF sono centrati, per l’appunto, sulla trasformazione digitale e coprono l’intera catena del valore, dalla ricerca e sviluppo agli acquisti, dalla supply chain all’amministrazione e alla produzione, con un focus particolare sull’applicazione dell’intelligenza artificiale e sul supporto alla manifattura.   

Per maggiori informazioni:  

Lorenzo Giacomini 
Account Manager 
tel. 380 1477579
e-mail [email protected] 

LEF Operations Talk: “Dalla Company Culture al Purpose aziendale” | giovedì 21 settembre ore 11.00 on-line

Il mondo aziendale sta evolvendo e il “Purpose” sta diventando un pilastro fondamentale per molte organizzazioni. Ma cosa significa realmente avere un “Purpose” aziendale? E come può influenzare la cultura, l’ingaggio dei dipendenti e il successo complessivo di un’azienda? Di questo parleremo nel prossimo Talk del 21 settembre, l’ultimo degli appuntamenti trimestrali con format di 60 minuti su un topic verticale specifico con una visione strategica, un contenuto tecnico e casi applicativi che rappresentano un faro guida per molte altre realtà, “spin off” di LEF Operations Summit, appuntamento annuale di punta in LEF tradizionalmente tenuto a inizio dicembre.

Nel corso del Talk approfondiremo l’importanza di un mindset adeguato nell’orientare comportamenti organizzativi e come il Purpose stia emergendo come un elemento chiave per creare valore sia per le aziende che per i loro dipendenti.

Dopo gli interventi

I vantaggi delle aziende che hanno definito un Purpose
a cura di Raffaella Bossi Fornarini, Founder Passport e Adjunct Professor al Politecnico di Milano

Purpose autentico e tangilbile, ma quali mentalità e comportamenti?
a cura di Lorenzo Ava, Training Manager LEF

ascolteremo le testimonianze di

Giulia Comper, HRM Federazione Trentina della Cooperazione
Sara Berruti, HR Manager Adecco
Jason Cox, Country Leadership & Competence Leader IKEA

che hanno già adottato con successo un Purpose autentico e coinvolgente!

Alla fine della trattazione verrà dato spazio alle domande dei partecipanti, l’intero evento sarà poi registrato e messo a disposizione degli iscritti.
Il programma della giornata è disponibile a questa pagina. La partecipazione all’evento è libera, previa iscrizione attraverso questo modulo.

I precedenti appuntamenti, LEF Operations Summit 2022, i LEF Operations Talks e leinterviste agli speaker sono disponibili sul nostro canale YouTube in questa playlist.

Gestire l’impresa ai tempi del Deep Tech ed essere più virtuosi dei competitors: da LEF e Obloo cinque borse di studio per partecipare a un master internazionale

Cinque borse di studio a disposizione delle imprese per imparare, da un lato, il miglior utilizzo possibile di tecnologie di punta come l’intelligenza artificiale, il biotech e la robotica e, dall’altro, per comprendere quali processi è necessario conoscere per risultare più virtuosi dei propri competitors: l’iniziativa, che si deve a LEF e Obloo nel quadro più ampio di quelle legate al Deep Tech Centre creato assieme a MIB School of Management, è stata presentata in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Michelangelo Agrusti, Presidente di LEF e CAA, Marco Olivotto, Direttore Generale LEF, Nicola Redi, Direttore di EMBA IN e Francesco Venier, Dean for Executive Education MIB Trieste.

Oggetto delle borse di studio destinate a manager o imprenditori e il cui finanziamento – pari a ottantamila euro – coprirà il cinquanta percento degli oneri, la partecipazione all’Executive MBA in Business Innovation (EMBA IN), l’unico Master of Business Administration accreditato a livello internazionale da AMBA e focalizzato sull’innovazione Deep Tech, ovvero tutto ciò che nasce dalla ricerca scientifica per diventare nuovi prodotti, servizi e startup. Secondo Agrusti «tutto il processo industriale sta subendo una accelerazione particolarmente repentina che richiede, da parte delle imprese, competenze sempre più profonde, nelle PMI in particolare».  

 «Le imprese – è stato detto nel corso della conferenza – non possono più innovare solo con la propria R&D interna: le competenze richieste sono diversificate e le migliori innovazioni accadono al di fuori del contesto aziendale». Di qui la scelta su EMBA IN e sulle borse di studio «erogate per fornire alle start-up supportate da Obloo l’interazione in aula con manager e imprenditori con esperienza di business. L’obiettivo è creare il giusto mix tra competenze tecnico scientifiche e di business». La peculiarità dell’EMBA-IN, infatti, è proprio quella di utilizzare sistematicamente il cosiddetto peer-learning (conoscenza trasmessa tra pari grado, anche in termini anagrafici) in una relazione unilaterale, una sorta di strumento pedagogico gestito dai docenti che faranno leva su di esso per massimizzare l’apprendimento dei partecipanti».  

Questo processo ha il suo apice nella discussione dei progetti finali che riguarderanno la presentazione delle start-up a un panel di possibili investitori. Il modello ha dimostrato grande efficacia nella edizione di EMBA-IN appena conclusa, portando a risultati di grandissimo interesse per Obloo, pertanto, da questa edizione ha deciso di sostenere il modello con delle borse di studio per portare in aula l’esperienza di business di manager e imprenditori a beneficio delle sue start-up che metteranno a loro volta a disposizione dell’aula le competenze e i metodi rigorosi dell’approccio tecnico-scientifico.

Olivotto ha ribadito l’impegno della LEF – concreto e reale – di investimento sul capitale umano, partendo dagli istituti superiori fino alle nuove generazioni che, in un futuro sempre più prossimo, prenderanno le redini delle imprese.   

EMBA IN 

Durata: 18,5 mesi 

Accreditato AMBA (solo tre scuole in Italia lo possiedono) 

Agenda lezioni: un venerdì e sabato ogni quattro settimane + tre settimane residenziali (prima di settembre 2023, ultima di agosto 2024, seconda di marzo 2025) 

Sede lezioni: 9 weekend in presenza a Milano, 6 weekend online, un weekend a Pisa, un weekend, il kick-off 26-28 luglio, a Trieste.  La prima settimana residenziale sarà al Galileo Visionary District a Padova le altre due a Trieste. La data del graduation day è prevista per metà marzo 2025 ma sarà co-decisa con l’aula in funzione delle esigenze dei progetti. 

Candidature a questa pagina

Obloo è la prima piattaforma Deep Tech italiana, il cui team multidisciplinare ha sviluppato negli ultimi 15 anni metodologie proprietarie di venture building e proof of concept dei risultati della ricerca scientifica, creando e sviluppando start-up deep tech e permettendo il loro incontro con industrie ed investitori finanziari. 

MIB Trieste School of Management è un centro internazionale di alta formazione manageriale, che sviluppa MBA, Master Specialistici, programmi Executive e forma ogni anno centinaia di giovani talenti, manager e imprenditori provenienti da tutto il mondo. Tutti i Master sono accreditati da enti di certificazione indipendenti. MIB Trieste è tra il 2% di Scuole al mondo ad aver ottenuto i prestigiosi accreditamenti internazionali AMBA, EFMD e ASFOR. 

LEF Operations Talks, Organizzazioni snelle e agili: il 21 giugno on line

A giugno proseguono i LEF Operations Talks, appuntamenti trimestrali con format di 60 minuti su un topic verticale specifico con una visione strategica, un contenuto tecnico e casi applicativi che rappresentano un faro guida per molte altre realtà, “spin off” di LEF Operations Summit, appuntamento annuale di punta in LEF tradizionalmente tenuto a inizio dicembre.

Il prossimo appuntamento è per Mercoledì 21 giugno on line a partire dalle ore 11 e l’argomento saranno le “Organizzazioni snelle e agili”.

Il professore Fabio Nonino dell’Università La Sapienza di Roma, esperto di project management e metodologia agile, aprirà l’evento con un’introduzione sulle evoluzioni, le tendenze e le “mode”. Seguirà un intervento più operativo sugli ambiti applicativi, l’efficienza e gli strumenti a disposizione delle organizzazioni snelle e agili a cura di Carmine Paragano, Presidente PMI Central Italy. Infine, concluderanno l’evento on line 3 casi aziendali:

  1. Il caso Simeon, azienda multinazionale specializzata nell’ideazione e creazione di opere architettoniche complesse.  
  2. Il caso COMAU (COnsorzio MAcchine Utensili), società italiana parte del gruppo Stellantis specializzata nell’automazione industriale.
  3. Il caso Bofrost, azienda leader nel panorama europeo nella vendita a domicilio di alimenti surgelati.

Alla fine della trattazione verrà dato spazio alle domande dei partecipanti, l’intero evento sarà poi registrato e messo a disposizione degli iscritti.
Il programma della giornata è disponibile on line. La partecipazione all’evento è libera, previa iscrizione al seguente link.

Per rivedere i precedenti appuntamenti di LEF Operations Summit 2022 e LEF Operations Talks del 21 marzo sull’Office Automation, le registrazioni e le interviste agli speaker sono disponibili sul nostro canale YouTube.

Attacchi informatici: LEF e URBAN Center in diretta simultanea per il convegno

Conservazione e protezione dei dati sono elementi strutturali nella vita di un’impresa, non importa se grande o piccola e, in ragione di ciò, vanno affrontati con la massima attenzione e diligenza: lo ha detto il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, all’apertura dei lavori del convegno Attacchi informatici: rischio crescente per le aziende, quali strumenti difensivi? organizzato il 1 giugno simultaneamente da Trieste (URBAN CENTER) e da San Vito al Tagliamento (LEF).  

«Nel corso del conflitto russo-ucraino abbiamo constatato come gli attacchi informatici siano divenuti elementi delle guerre nuove, differenti modalità messe al servizio di una potenza che voglia interferire con attacchi hacker su sistemi complessi come quelli della difesa o dell’economia per paralizzare un Paese». Ma gli scenari dentro cui si dipana la cyberminaccia sono numerosi: «Anche nell’ambito delle aziende associate – ha detto – si sono verificati numerosi casi di attacchi hacker con finalità estorsive, denaro in cambio della liberazione dei sistemi informatici aziendali da virus immessi tramite sms o mail». Attività criminose di cui, ha detto ancora Agrusti, non si conosce l’esito finale nonostante la vigilanza preziosa della Polizia Postale e degli altri organi della sicurezza del nostro Paese che agiscono anche su questi territori. «Per evitare che ciò accada – è stato il commento ulteriore – occorrono prevenzione (anche sui device che ciascuno di noi si porta a casa) e, in azienda, formazione del personale».  

In Italia, sempre secondo Agrusti, un ulteriore vulnus che non ha trovato ancora soluzione accresce la complessità del problema: «Buona parte della tecnologia con cui sono state costruite le reti di TLC del nostro Paese è straniera e questo deve metterci ulteriormente in guardia. Le nostre contromisure preventive riguardano perciò anche la dotazione di strumenti digitali non appartenenti a potenze ostili e la formazione che avviene in LEF, l’azienda digitale modello dove si discute abitualmente di queste problematiche e in ITS ICT Alto Adriatico che ha al suo interno una branca specializzata in cybersicurezza che già quest’anno produrrà i primi diplomati, risorse preziose che mettiamo a disposizione del territorio, del sistema industriale ma non solo». Il Presidente di CAA ha concluso il suo intervento osservando che «anche gli enti pubblici dovranno fare presto i conti con queste problematiche perché il tema della privacy, che viene declamato legislativamente, rischia poi in concreto di essere vanificato dall’assenza di sistemi di protezione che, di fatto, vanificano proprio la tutela privacy».  

Per Franco Scolari, Direttore generale del Polo Alto Adriatico, i punti di vulnerabilità sono oggi, secondo un rapporto Cisco, circa 50 miliardi. «Collegate agli attacchi informatici – ha proseguito – esistono oggi almeno due tecnologie che sono l’intelligenza artificiale e, in prospettiva, il quantum computing, questioni di cui al Polo ci occupiamo attivamente, soprattutto della prima». E proprio sulla IA, citando un esperto di Palo Alto, il DG del Polo ha rivelato che nel 2024 la crescita esponenziale della IA diventando di fatto asintotica perché per quell’epoca «avrà appreso tutto quanto c’era da apprendere».  

Al convegno, moderati da Scolari, sono intervenuti anche Marco Giacomini (PTAA – La necessità di mettere in sicurezza i sistemi informatici da minacce cyber: soluzioni alle problematiche progettuali delle reti informatiche con supporti tecnologici, schemi logici, teorie e best practice a disposizione delle imprese e degli enti. I cyber attack: la dimensione del fenomeno, le principali minacce cyber e le metodologie impiegate dagli hacker), Marco Olivotto, DG della LEF (La formazione quale misura per prevenire i cyber risk: i progetti formativi di LEF per le imprese e gli enti. I comportamenti alla base della cyber security), Lucia Renzetti, Direttore di ITS Alto Adriatico (La formazione di eccellenza post diploma nel campo dell’informatica e del digitale per creare competenze e professionisti qualificati in cyber security) e Gian Paolo Zanotel di RP Company Spa (La tutela delle imprese da attacchi informatici che possono causare gravi ripercussioni quali interruzione di attività, danni materiali, risarcimenti, danni reputazionali, costi emergenti. Quale tutela assicurativa?). 

Dalla rassegna stampa:

RAI News TGR Friuli Venezia Giulia “Aziende sempre più attente alla sicurezza online”

Messaggero Veneto “L’allarme di Agrusti: attacchi informatici a numerose aziende” (in foto)

Il Gazzettino “Cyberminaccia nelle aziende. Quasi pronti i tecnici dell’Itsic” (in foto)

Aperte le candidature per le borse di studio in Economia Circolare dell’Università degli Studi di Trieste

In linea con la nostra mission aziendale che ci vede impegnati anche nel formare e accompagnare i futuri talenti del mondo del lavoro in azienda, siamo lieti di annunciare che abbiamo finanziato le borse di studio in economia circolare dell’ Università degli studi di Trieste.

Economia circolare è un termine che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità. In particolare, l’economia circolare è un modello economico e di sviluppo sostenibile che mira a ridurre al minimo l’utilizzo delle risorse, la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale, favorendo al contempo l’efficienza e la rigenerazione delle risorse stesse. In altri termini, si occupa di ottimizzazione delle risorse e riduzione degli sprechi: temi comuni al lean manufacturing e agli approcci agili che applichiamo e perseguiamo in azienda digitale modello –

A differenza del tradizionale modello lineare dell’economia lineare, in cui le risorse vengono estratte, trasformate in prodotti e infine eliminate come rifiuti, nell’economia circolare si cerca di mantenere le risorse in un ciclo continuo di utilizzo, riparazione, riciclaggio e riutilizzo. L’obiettivo è creare un sistema circolare in cui i materiali e le risorse vengono mantenuti in uso il più a lungo possibile, riducendo così la dipendenza dalle risorse vergini e l’impatto ambientale associato alla loro estrazione e produzione.

Le borse di studio finanziate da LEF sono relative ad un percorso di dottorato internazionale della durata di 3 anni, la ricerca proposta riguarda l’analisi dei possibili modelli di business nell’economia dell’idrogeno e la sede di studio è a Trieste.

Possono candidarsi studenti provenienti da qualsiasi Paese, purché abbiano una conoscenza di base della lingua italiana. Idealmente con una laurea in materie scientifiche o gestionali.

Le candidature devono essere inviate attraverso il sito web dell’Università entro e non oltre il 15 giugno. Per manifestare il proprio interesse circa la nostra borsa di studio, si prega di inviare CV e lettera di presentazione a [email protected] con riferimento a “BORSE DI STUDIO ECONOMIA CIRCOLARE”.

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CALL FOR APPLICATION: PHD FELLOWSHIP IN CIRCULAR ECONOMY AT UNIVERSITY OF TRIESTE

In line with our corporate mission, which also sees us committed to training and accompanying future talents in the business world, we are pleased to announce that we have funded PhD fellowships in circular economy from the University of Trieste.

Circular economy is a term that defines an economic system designed to be able to regenerate itself thus also ensuring its eco-sustainability. Specifically, the circular economy is an economic and sustainable development model that aims to minimize resource use, waste generation and environmental impact while promoting resource efficiency and regeneration. In other words, it deals with resource optimization and waste reduction: themes common to lean manufacturing and the agile approaches we apply and pursue in the digital business model –

Unlike the traditional linear economy model, in which resources are extracted, turned into products, and finally disposed of as waste, in the circular economy we seek to keep resources in a continuous cycle of use, repair, recycling, and reuse. The goal is to create a circular system in which materials and resources are kept in use for as long as possible, thereby reducing dependence on virgin resources and the environmental impact associated with their extraction and production.

The LEF-funded fellowships are for a 3-year international PhD program, the proposed research is on the analysis of possible business models in the hydrogen economy, and the study location is in Trieste, Italy.

Students from any country can apply, as long as they have a basic knowledge of the Italian language. Ideally with a bachelor’s degree in science or management.

Applications must be submitted through the university’s website no later than June 15. To express your interest about our scholarship, please send CV and cover letter to [email protected] with reference to “CIRCULAR ECONOMY PhD FELLOWSHIP.”

Concluso il progetto “Anticipare il futuro: nuovi paradigmi, nuove tecnologie, nuove competenze”. Ecco i dati emersi dalle tavole rotonde

Il progetto “ANTICIPARE IL FUTURO: NUOVI PARADIGMI, NUOVE TECNOLOGIE, NUOVE COMPETENZE”, promosso da Fondirigenti, il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua, con Federmanager FVG e Confindustria Alto Adriatico, ha portato a importanti conclusioni sulla necessità di adattare le competenze e i profili professionali delle imprese regionali alle sfide dei nuovi scenari industriali.

Il progetto, realizzato congiuntamente da MIB Trieste School of Management e LEF, Lean Experience Factory, in collaborazione con Fedemanager FVG ed i Cluster regionali DITEDI, MAREFVG e COMET, si è svolto dal luglio 2022 a giugno 2023 coinvolgendo un centinaio di aziende regionali e una quarantina di docenti universitari e di istituti superiori.

“L’obiettivo principale del progetto è stato quello di descrivere l’evoluzione del fabbisogno di competenze e di profili professionali richiesti dalle imprese regionali – ha spiegato Guido Bortoluzzi, coordinatore del progetto per MIB Trieste School of Management – considerando la crescente pervasività delle tecnologie digitali nei prodotti, nei processi produttivi e nelle attività aziendali, nonché la transizione verso nuovi paradigmi strategici come l’open innovation e le strategie agili. L’analisi della distanza esistente tra le competenze e conoscenze attuali presenti nelle aziende e quelle necessarie in futuro ha evidenziato che le imprese si trovano di fronte a sfide significative nel colmare questo divario per affrontare i nuovi scenari industriali”.

“Questo lavoro di studio e analisi – sottolinea Marco Olivotto, Direttore Generale, LEF – vuole offrire al territorio una mappatura ragionata, oltre che degli spunti concreti, relativi all’evoluzione del fabbisogno delle competenze e dei profili professionali ricercati dalle imprese. Questo permette di identificare i percorsi formativi ideali finalizzati alla riduzione del gap rilevato e di codificare una metodologia di rilevamento dei fabbisogni formativi in ottica di upskilling e reskilling e di talent management (attrazione, coinvolgimento e ritenzione dei talenti) elementi utili ad aiutare i General Manager e gli HR manager a tracciare la rotta di sviluppo organizzativo delle imprese”.

“L’individuazione delle competenze necessarie ai manager per affrontare con successo le sfide del nostro tempo, prime fra tutte quelle legate alla transizione digitale e sostenibile, è da sempre uno dei focus della nostra azione – spiega il presidente di Fondirigenti Marco Bodini – che realizziamo attraverso le iniziative strategiche sviluppate dal Fondo con le associazioni di Confindustria e Federmanager, nei diversi territori e settori. Questo progetto ci consente di ‘tracciare la rotta’, identificando i profili e i percorsi formativi ideali per il management dei diversi comparti del territorio regionale, attuando un più stretto raccordo con le università e gli enti di formazione, fornendo al contempo un modello esportabile a livello nazionale”.

Durante le tavole rotonde, e gli eventi di confronto organizzati, è emerso che il 14,8% delle imprese sta ricercando dirigenti e manager con competenze specifiche, come change manager, diversity manager, business development manager, financial manager e investment manager. Inoltre, il 64,7% delle aziende ha evidenziato la necessità di figure professionali “white collar” come data scientist, project manager, ingegneri, progettisti, esperti di digital marketing ed esperti di sostenibilità e ambiente. Infine, il 20,5% delle richieste riguarda figure “blue collar” come meccanici, elettricisti, idraulici, manutentori, addetti alla produzione, tecnici elettronici e tecnici meccatronici.

Per quanto riguarda le competenze richieste, il 19,4% delle aziende ha evidenziato l’importanza delle competenze in IT e data management, come analisi e elaborazione dei dati, data governance, competenze digitali e ICT, competenze di Internet of Things (IoT) e programmazione software. Inoltre, il 37,3% delle aziende ha sottolineato l’importanza delle soft skills, come problem solving, lavoro di squadra, ascolto attivo, flessibilità e adattamento, intelligenza emotiva, gestione del rischio e dell’incertezza, proattività, spirito critico e conoscenza di lingue straniere.

La maggioranza delle aziende (87%) si ritiene in grado di attrarre candidature da lavoratori appartenenti alle nuove generazioni per le quali sono oramai essenziali il lavoro da remoto e l’offerta di soluzioni che concilino la formazione “on-the-job”, la collaborazione con i colleghi e la flessibilità̀.

Le strategie per attrarre e trattenere i giovani talenti non riguardano tanto l’adozione di piani di incentivazione massiva del personale, ma includono molte piccole attenzioni rivolte alle persone (e non al personale) come l’offerta di cibo fresco e sano in azienda, la consegna della spesa aziendale, assicurazioni sanitarie per i familiari dei dipendenti e persino un “maggiordomo aziendale”. Tutti elementi che contribuiscono a creare un ambiente di lavoro contraddistinto da senso di appartenenza e cura verso i dipendenti. La formazione continua e le opportunità̀ di crescita professionale sono fondamentali per soddisfare gli obiettivi personali e professionali dei giovani, i quali non considerano più la retribuzione come la leva principale per ritenere attrattiva una offerta, dando maggior peso alle prospettive di crescita e sviluppo personale.

Il percorso di analisi si è concluso con una valutazione sulle linee guida da adottare per strutturare percorsi di formazione in grado di rispondere alla rapida trasformazione della società contemporanea, attraverso un apprendimento permanente e continuo che consenta di definire le professioni del futuro.

In sintesi si è sottolineato il ruolo fondamentale della reciprocità e interazione costante tra mondo della scuola e mondo del lavoro al fine di captarne le esigenze tecnico/scientifiche; la necessità di curare la formazione di base degli studenti in termini di interdisciplinarità, flessibilità e capacità di porsi di fronte a situazione nuove; la promozione della generatività degli studenti, ossia della capacità di proporre e attivare il cambiamento; la necessità di adottare modalità di docenza interattiva, esperienziale e di gruppo, l’opportunità di sensibilizzare il corpo docente e gli studenti rispetto alle tematiche sociali, alla sostenibilità e alla governance del territorio; la necessità a livello di corpo docente di condividere le diverse esperienze scolastiche e universitarie interagendo tra discipline tecniche e umanistiche; l’importanza del metodo matematico scientifico e sue correlazioni con le basi umanistiche e filosofiche.

LEF: Bilancio a +100%, numeri e prospettive da player internazionale. Confermato il CDA

L’assemblea dei Soci di LEF, l’azienda digitale modello fondata nel 2011 da Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, ha approvato il bilancio 2022. Numeri che descrivono una storia di straordinaria progressione e lungimiranza, indicatori positivi che si innestano nelle previsioni che il Presidente, Michelangelo Agrusti, aveva formulato a cavallo dei due esercizi precedenti parlando di «passaggio intermedio di un percorso pluriennale fatto di investimenti in risorse umane e infrastrutture necessari per diventare riferimento nazionale e internazionale nella creazione di competenze, mentalità e comportamenti per creare manager e tecnici».  

La performance così intesa si misura certamente sul raddoppio di fatturato rispetto al 2021 e sull’apprezzabile utile d’esercizio, conseguito al netto di rilevanti investimenti per la realizzazione della Digital Control Tower e delle conseguenze contabili del caro energia; ma si legge anche nella costante e apprezzata capacità di LEF, da un lato, «di erogare costantemente nuove proposte formative e di consulenza per supportare concretamente le PMI del tessuto produttivo locale» e, dall’altro, grazie a versatilità e concretezza di proposte, di «riuscire ad essere attrattiva e portatrice di valore aggiunto per alcuni dei più grandi player al mondo». 

Tradotto in numeri di produzione significa, nel solo 2022, consulenza e formazione erogata a oltre 500 tra imprenditori e manager, a 500 tecnici (per complessive 250 giornate) e a 1.200 studenti. È cresciuta significativamente anche la capacità di dialogare con interlocutori internazionali e nazionali (una trentina gli eventi organizzati in tal senso) e il numero delle missioni da e per l’Italia (Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Spagna) per esportare nel mondo il modello LEF.  

Numerose le attività iscritte a bilancio per i prossimi mesi: un milione di euro per il revamping di mille metri quadri della sede storica, necessari a soddisfare le tante richieste formative con l’aggiunta di proposte ulteriori e particolari; gli investimenti in nuovi laboratori e tecnologie abilitanti (che sviluppano cioè soluzioni o miglioramenti tecnologici attraverso esperienze di ricerca capaci di rivitalizzare il sistema produttivo e sono pertanto considerate fondamentali per la crescita e l’occupazione); il rafforzamento dei percorsi di formazione; la sinergia con ITS Alto Adriatico per creare un hub di formazione per il capitale umano, un unicum in Italia. 

Nel 2022 sono inoltre state poste le basi, gettate poi nel 2023, della creazione del Deep Tech Center, nuovo centro di ricerche in partnership con MIB School of Management, Obloo, Venture Factory (VF) che si occuperà di tecnologie avanzate che richiedono un alto grado di competenza scientifica e tecnologica per essere sviluppate e, spesso, basate su innovazioni scientifiche e tecniche radicali. 

Come nell’esercizio precedente, anche nel 2022 il valore della produzione, come ha spiegato il Direttore Generale, Marco Olivotto«deriva da attività di formazione customizzate per singolo cliente o collettive. L’offerta è arricchita dalla consulenza volta all’accompagnamento verso la trasformazione lean e digitale; a ciò si sono aggiunte, nel 2022, altre aree di business che stanno ampliando la presenza internazionale di LEF, propiziate dalla collaborazione in alcuni progetti europei sui temi dell’intelligenza artificiale e della mobilità». Completano il pacchetto, le attività di auditing e assesment sulle nuove soluzioni tecnologiche sviluppate dalle start-up (Test-bed). La progressione del bilancio è sostenuta anche dalla collaborazione con un network di esperti nazionali e internazionali sui versanti expert e faculty in materia di trasformazione lean e digitale (i moduli formativi sono 50). 

I soci hanno infine provveduto alla nomina del CdA confermando quello attualmente in carica così composto: Michelangelo Agrusti – Presidente, Sergio Giovanni Farioli – Vicepresidente, Paolo Candotti – Consigliere, Adriano Luci – Consigliere, Nicola Redi – Consigliere. 

Dalla rassegna stampa:

RAI News TGR Friuli Venezia Giulia “San Vito al Tagliamento, fatturato sempre in crescita per LEF”

Il Gazzettino “La fabbrica modello chiude in utile e si ingrandisce” (in foto)

Messaggero Veneto “Agrusti resta a capo della LEF. Investito un milione per la sede” (in foto)

Il Piccolo “LEF, Agrusti alla guida. Ora nuovi investimenti” (in foto)

ANSA “Un milione per recuperare la sede” (in foto)

Nasce al MIB il “DEEP TECH CENTER”, innovativo centro di ricerca in collaborazione con Obloo, Venture Factory e LEF

MIB, Obloo, Venture Factory (VF) e LEF annunciano la creazione del Deep Tech Center (DTC), un nuovo centro di ricerche sulle Deep Tech, che nasce dalla collaborazione tra queste realtà, ciascuna delle quali contribuirà con la propria esperienza e competenza. 

Il Deep Tech è una categoria di tecnologie avanzate che richiedono un alto grado di competenza scientifica e tecnologica per essere sviluppate; esse, spesso, si basano su innovazioni scientifiche e tecniche radicali, e possono richiedere anni o addirittura decenni di ricerca e sviluppo. Applicazioni Deep Tech includono l’intelligenza artificiale, la robotica, la biotecnologia, la nanotecnologia e la tecnologia quantistica. Per generare impatto sul tessuto economico e sociale, in settori come la medicina, l’energia, l’agricoltura e l’industria, ma anche sulla società nel suo insieme, il Deep Tech deve essere inserito all’interno di un processo complesso che coniuga scienza, ingegneria di prodotto e design thinking e che fa leva su cinque dimensioni: 1) scienza e ricercatori, 2) capitali, 3) capacità di management, 4) corporate partners e 5) infrastrutture complesse di test bed. Si tratta di un vero motore per l’innovazione e la crescita economica, che richiede un investimento significativo in ricerca e sviluppo e una forte collaborazione tra ricercatori, innovatori, imprenditori e investitori. 

Da queste premesse nasce la volontà di dar vita al nuovo Deep Tech Center, che unisce realtà leader a livello nazionale e internazionale, che porteranno forti specificità e competenze in ambito innovazione, ricerca e formazione. Queste competenze specifiche saranno messe a sistema nel nuovo centro di ricerca, i cui campi di azione si muoveranno tra le Deep Tech e il trasferimento tecnologico, toccando anche il venture capital e l’impatto dell’ecosistema innovazione sulle imprese. 

“La creazione del Deep Tech Center rappresenta una grande opportunità per collaborare con importanti partner del settoreFrancesco Venier, Dean for Executive Education di MIB Trieste School of Management – e per valorizzare il nostro Executive MBA in Business Innovation. Siamo entusiasti di unire le forze per creare un centro di ricerca all’avanguardia e di mettere a disposizione le nostre competenze per promuovere l’innovazione aziendale e la creazione di nuove imprese attraverso l’utilizzo delle Deep Tech. Un nuovo passo per creare un ecosistema che dia energia al futuro dei nostri studenti e delle aziende.” 

“È per noi un onore essere fra i promotori di un’iniziativa come il Deep Tech Center Nicola Redi, Managing Partner di Obloo | Venture Factory – che nasce come azione di sistema a beneficio delle capacità di innovazione e di sviluppo del nostro Paese. Le metodologie e processi che abbiamo sviluppato con MIB e LEF negli ultimi cinque anni hanno già portato al lancio di 23 start-up e proof of concept a partire da più di 750 progetti delle migliori università e enti di ricerca nazionali, raccogliendo complessivamente più di €80M di investimenti da fondi italiani ed esteri, e portando alla prima acquisizione da parte di un campione industriale nazionale. Il Deep Tech Center permetterà di migliorare queste metodologie, individuarne di nuove, e contribuire a creare una nuova generazione di start-up e manager/imprenditori in grado di generare impatto sul tessuto industriale nazionale ed internazionale a partire dai risultati della ricerca scientifica.” 

“In tempi caratterizzati da Industria 4.0 – spiega Marco Olivotto, Direttore generale di LEF – stiamo già studiando come si potrà caratterizzare il dopo, la nuova era industriale che impatterà tutti i settori industriali e aree del mondo in modo più importante e veloce della rivoluzione digitale che stiamo vivendo. Le tecnologie al centro del Deep Tech Center sono infatti tecnologie esponenziali, ovvero che non seguono uno sviluppo lineare ma la curva di sviluppo si “impenna”. Scopo sarà studiare queste tecnologie ed il loro impatto in termine di valore creato per le imprese e dall’altro preparare anche il capitale umano che le potrà governare. Parlando di curve di sviluppo esponenziale non è possibile ritardare nell’investire sulle persone altrimenti il divario che si crea tra conoscenza delle persone ed evoluzione della tecnologia diventa incolmabile”.  

Si tratta di un ulteriore step nel percorso che vede dal 2018, MIB, Obloo-VF e LEF collaborare a un programma di un innovativo programma di formazione manageriale, l’Executive MBA in Business Innovation (EMBAIN). La missione di questo MBA è aiutare i manager di aziende consolidate e gli imprenditori di startup a innovare i loro modelli di business e a sviluppare nuove imprese sfruttando il potenziale delle Deep Tech.  

L’intento di questo accordo e la creazione stessa del Deep Tech Center rafforzano questa mission, creando un nuovo strumento che sarà a disposizione anche delle imprese che vogliono sfruttare il potenziale della tecnologia per tradurlo in innovazioni di prodotto, processo e modelli di business. 

Dalla rassegna stampa:

ANSA.it “Al Mib Trieste un centro di ricerca sulle Deep Tech”

Veneziepost.it “Trieste, al Mib il nuovo centro di ricerca sulle Deep Tech. Porteranno nuove competenze in innovazione e formazione”

Il Piccolo “Il MIB di Trieste lancia il centro per le tecnologie avanzate” (in foto)