Nasce il corso di Energy management. Fino al 30% di risparmio in bolletta

Il nuovo building, inaugurato a luglio 2021, è stato progettato secondo i più avanzati criteri di sostenibilità e da questa esperienza diretta nasce il corso Smart Energy in partenza il 16 giugno in presenza a San Vito.

L’iniziativa di LEF, che rientra in un progetto più ampio e articolato, si innesta perfettamente, oggi, in una fase drammatica legata al risparmio energetico nelle imprese. «Consapevoli delle ricadute congiunturali che erano state previste a cavallo tra 2021 e 2022, poi aggravatesi con il conflitto in Ucraina – spiega Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico e LEF – abbiamo elaborato un protocollo operativo per consentire concretamente alle aziende italiane di limitare i consumi». 

Progettato secondo i più avanzati criteri di sostenibilità, il nuovo building è esso stesso un esempio di studio inserito tra le tematiche di apprendimento degli Energy Manager : «Ne è stato creato un gemello digitale – dice Marco Olivotto, Direttore generale di LEF – con due finalità: verificare discrepanze col progetto esecutivo ed eseguire simulazioni per ottimizzare i consumi applicando le migliori soluzioni nello scheletro impiantistico, base da cui si è sviluppato il core della parte energetica». In LEF, grazie alla sensoristica, tutto è on line: qualità dell’aria – governata da sistemi intelligenti che evitano di ricorrere a un ricircolo continuo – livello dei lux, rivelatori di presenza, di anidride carbonica, tutto, insomma. In control room la verifica dei dati è immediata ed eventuali inefficienze vengono subito corrette. Fin qui l’hardware. 

Quella legata alle persone e ai loro comportamenti è senza dubbio la parte più suggestiva e centrale, perché senza di essa i benefici derivanti da una progettazione mirata, dall’adozione del full-digital o di modifiche infrastrutturali, rischiano di perdere parte della loro consistenza. Le leve su cui LEF agirà per creare agenti leader hanno a che fare con il buonsenso al quale affiancare il metodo: osservare e applicare le regole affinché i gesti diventino istintivi, non ripetitivi, una tecnica che si appoggia al principio lean di contrasto agli sprechi che l’Energy Manager, al termine del corso, potrà condividere in azienda. Sarà un advisor a tutto tondo in grado di proporre le soluzioni hardware e software più opportune, di aggiornare sulle novità normative e di definire i percorsi più appropriati nei modelli comportamentali che rendono i processi legati al consumo energetico più idonei.

L’utilizzo intensivo del digitale associato a comportamenti sensibilizzati ad evitare ogni genere di spreco ci ha consentito risparmi in bolletta anche del 30%, questo è quello che abbiamo sperimentato in prima persona in LEF e che vogliamo portare come beneficio alle aziende del territorio in un momento in cui il tema energetico è particolarmente critico. I criteri di progettazione e conduzione del personale orientati alla massima sostenibilità energetica sono diventati un modello esperienziale, su cui abbiamo costruito il percorso formativo Smart Energy utile ad apprendere metodologie e strumenti per la gestione efficiente della materia prima energetica e migliorare l’impatto ambientale dell’azienda, imparando anche a destreggiarsi tra snodi normativi e capire come cogliere le opportunità offerte dal Pnrr. 

Trasformazioni digitali di successo per l’azienda di oggi, adesso e non domani

Oggi in diretta da LEF si è svolto l’evento-racconto “L’azienda che visse due volte”, un evento ideato dal nostro partner Alfa Sistemi in collaborazione con Oracle e GiGroup per raccontare in modo pratico e realistico come oggi un’azienda può vivere la sua trasformazione digitale, quali benefici ne consegue e quali sono le best practice da tenere a mente.

L’evento racconta la storia di ALO Technology, un’azienda fittizia paradigma di un’aziende come tante altre che dopo gli anni del boom economico e la prima rivoluzione digitale si è trovata in difficoltà di fronte al mutato contesto economico e sociale difficile da comprendere e governare. ALO però ha saputo mettersi in discussione e reinventarsi, affrontando una trasformazione digitale di successo.

In sala e collegate on line altre aziende come ALO che hanno risposto a diversi quesiti sul tema, dando degli spunti di riflessione interessanti.

Di seguito alcuni dati:

  • l’80% delle aziende che hanno risposto al sondaggio pre-evento sostengono che la collaborazione non si ottiene grazie agli strumenti tecnologici quanto piuttosto al buon senso delle persone;
  • il 70% delle aziende si aspetta che i propri collaboratori accolgano con entusiasmo un processo di trasformazione digitale perché lo ritengono un’opportunità;
  • il 48% dei partecipanti lavora in un’azienda in cui le decisioni sono concentrate in poche figure apicali e la stessa percentuale di aziende, al contrario, opera in realtà dove le decisioni sono condivise tra tutti i collaboratori. Sistemi organizzativi e decisionali contrapposti, forse indicativi di una situazione in fieri.

Altri temi che sono emersi riguardano da un lato il dato e l’utilizzo dello stesso, dall’altro la sostenibilità. Si parla sempre di più di aziende guidate dai dati (data driven enterprise) e in effetti il tema è caldo, ma ad oggi la sensazione è che ci sia un uso non efficace dei dati, perché troppo compartimentali e poco trasversali; altro tema di interesse è la sostenibilità, ma anche in questo caso la sensazione è che se ne parli molto ma si riesca a fare poco per mettere a terra progetti concreti.

Fattore comune dei diversi interventi e delle dimostrazioni pratiche degli user case implementati nell’azienda modello LEF, rimane la persona e le sue competenze. Da qui il suggerimento, per qualsiasi rivoluzione in azienda, digitale lean o altro, è di partire sempre dal sensibilizzare il team di lavoro e creare la giusta cultura.

Per questo motivo, come ha ricordato anche Marco Olivotto, nostro Direttore Generale, “è bene occuparsi della formazione delle risorse e in LEF lo facciamo con l’approccio esperienziale all’interno della fabbrica modello per far vedere quello che oggi (non domani) la tecnologia può fare per abilitare il cambiamento”. Sempre di più nel mercato del lavoro si cercano figure con competenze verticali e non più generaliste, inoltre alle così dette hard skill o competenze professionali, si affiancano necessariamente le competenze di tipo soft o relazionali.

Tra gli esempi pratici di come la tecnologia oggi può supportare le aziende, Federica Meroi di Alfa Sistemi ha presentato il nuovo modello di ufficio per lo sviluppo del prodotto, dove la prototipazione è più efficace con l’ausilio di stampante 3D, digital twin di prodotto e altri metodi di product development 4.0; dashboard di visualizzazione dei dati intuitive e dinamiche ad uso del top management non solo per avere informazioni pronte all’uso ma soprattutto per comprenderne i perché e agire di conseguenza; sistemi di controllo e gestione a distanza dei plant produttivi, delle macchine e di eventuali guasti.

Ricordiamo infine, per chi si fosse perso l’evento in diretta, che tutti gli user case affrontati oggi durante l’evento sono visionabili dal vivo durante i nostri corsi o prenotando una visita presso la nostra azienda modello.

Cybercrime ed efficientamento della P.A. L’arma dei Carabinieri in visita in Lef

Nel corso della visita che i Carabinieri della Legione Friuli Venezia Giulia e i rappresentanti provinciali dell’Arma hanno effettuato nella nostra azienda modello lunedì 2 maggio si è parlato di cyber sicurezza, di temi legati al crimine informatico e dell’importanza dell’efficientamento nella pubblica amministrazione grazie all’adozione sistematica del digitale.

Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha posto l’accento sull’attenzione che il sistema Alto Adriatico riserva in senso più ampio ai temi della sicurezza – informatica, soprattutto in un momento delicato come questo e sul lavoro, perseguendo l’obiettivo di Zero morti in fabbrica entro un biennio grazie al programma formativo definito assieme ad organizzazioni sindacali, OPP ed ASFO, in svolgimento proprio in LEF dallo scorso 29 aprile.  

La delegazione, guidata dal colonnello Ivano Fraticelli, vicecomandante della Legione FVG, ha visitato i 3 mila metri quadri del nuovo building approfondendo, tra le altre, le questioni legate alla possibilità di un ulteriore semplificazione e velocizzazione delle erogazioni conseguite in amministrazioni che si sono avvalse della consulenza di LEF (+70%). L’auspicio delle parti è che si possa addivenire, in tempi stretti, a una collaborazione strutturata e continuativa.  

Erano presenti per l’Arma, oltre al colonnello Fraticelli, che ha sostituito il generale Francesco Atzeni, impegnato in una imprevista attività istituzionale, i parigrado Massimiliano Pigato, Capo Ufficio OAIO della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia, Luciano Paganuzzi, comandante provinciale Carabinieri di Pordenone, Giuseppe Torchia, comandante provinciale Carabinieri di Gorizia, Orazio Ianniello, comandante provinciale Carabinieri di Udine e Maurizio Li Calzi, capo ufficio comando del comando Provinciale di Trieste. 

Sicurezza sul lavoro, obiettivo zero morti. Al via in Lef la “Scuola” per gli RLS

La sicurezza sul lavoro è un punto imprescindibile per Confindustria Alto Adriatico: lo è stato in passato con numerose iniziative (tra cui 10 Volte Sicurezza), nella contingenza della pandemia assieme a Prefettura, sindacati e aziende sanitarie territoriali con la campagna vaccinale (15 mila dosi inoculate e 300 mila tamponi effettuati tra Pordenone, Gorizia e Trieste sia negli hub allestiti ad hoc sia nelle aziende) e nella programmazione di ulteriori, importanti attività presentate venerdì scorso in LEF dal Presidente, Michelangelo Agrusti, in rappresentanza anche delle altre Associazioni di categoria, e delle organizzazioni sindacali (Flavio Vallan per CGIL, Cristiano Pizzo per CISL Roberto Zaami per UIL).  

LEF, infatti, è sede del corso di formazione dedicato agli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) in applicazione all’accordo del 21 luglio 2021 che prevede l’analisi dei casi, la ricerca di procedure e la formazione dei lavoratori. Per conseguire l’obiettivo dichiarato di Zero Morti sul lavoro, il percorso è stato di responsabilizzazione e coordinamento delle attività degli RLS nelle fabbriche e di ampliamento del ruolo degli Organismi Paritetici Provinciali (OPP).  

«Due incidenti mortali avvenuti nel recente passato – ha detto Agrusti – hanno rafforzato le nostre convinzioni e quelle delle organizzazioni sindacali accelerando la creazione di iniziative in risposta al deficit di sicurezza in alcuni ambienti di lavoro che può dipendere dalla scarsa attenzione, dall’impreparazione del datore di lavoro o dall’arruolamento di personale sprovvisto di qualsiasi nozione, anche solo teorica». Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico ha ricordato la morte della ventiduenne di Prato, stritolata da un macchinario, spiegando che «determinate tragedie si possono evitare adottando sistemi di sicurezza ridondanti; parallelamente – ha detto – dobbiamo lavorare sulla difettosità dell’essere umano affinché una distrazione non si trasformi in tragedia».  

Il corso, iniziato proprio nel giorno in cui il capo dello Stato ha fatto visita alla scuola di Lorenzo Parelli, lo studente vittima di un incidente nell’ultimo giorno del percorso scuola – lavoro, prevede tre moduli della durata di due ore ciascuno che si svolgeranno con l’ausilio di esperienze dirette supportate, in laboratorio, da attrezzature tecnologiche: 1) Nuove tecnologie per addestramento e per il supporto da remoto: vantaggi e opportunità; 2) Robot, cobot ed esoscheletri; 3) Mentalità, comportamenti e tecnologie per la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. I contenuti dei moduli saranno visibili anche nella videoteca del sito OPP. «Esporteremo questa mentalità nelle scuole superiori – ha aggiunto il Presidente – affinché i giovani possano approdare al mondo del lavoro avendola già metabolizzata». 

Secondo Flavio Vallan «il valore di quest’iniziativa non è solo formativo, ci consente di comunicare che la sicurezza, nelle fabbriche, è diventata sistemica e che, dove non lo è ancora, lo deve diventare. Un risultato che si ottiene abbattendo il gioco dei veti incrociati serve un terreno comune affinché le contrattazioni contengano riferimenti chiari e che non vi siano, tra impresa e sindacato, o tra gli stessi sindacati, elementi di competizione». Secondo Vallan questa mentalità «che ritroviamo nello spirito di questo accordo, va espansa anche ad altri ambiti dove non è ancora stato fatto nulla; di qui la nostra richiesta al Prefetto affinché ciò possa avvenire». 

Cristiano Pizzo ha ricordato la grande operazione di fiducia reciproca tra Confindustria Alto Adriatico e sindacati per superare i problemi derivati dalla pandemia garantendo la continuità delle produzioni. «Questo ulteriore step di lavoro insieme – ha aggiunto – è il frutto di due anni di lavoro in tempi assai complicati in cui gli accordi, diversamente da ciò che talvolta accade, sono stati realizzati alla lettera». 

Roberto Zaami, infine, ha sostenuto che «Zero morti sul lavoro non è uno slogan, ma un impegno civile concreto che ha l’obiettivo di coinvolgere tutti, dalla cittadinanza alle parti in gioco. Con una azione sistemica e con un investimento, qual è la formazione».

Fatturato in crescita e utili reinvestiti. In estate via ai lavori di ampliamento

Fatturato in crescita del +30%, offerta formativo-consulenziale sempre più ricca e considerevole incremento del portafoglio clienti nonostante la pandemia. Questi sono i numeri dell’ultimo bilancio approvato con soddisfazione dai soci di LEF, che hanno unanimemente deciso di reinvestire l’utile d’esercizio, pari al 10% circa dei ricavi, per un ulteriore balzo nel 2022.

«Quello del 2021 è un passaggio intermedio di un percorso pluriennale, fatto di investimenti in risorse umane e infrastruttura che ci porterà, raddoppiando costantemente i numeri – ha detto il Presidente di LEF e Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – a diventare riferimento nazionale e internazionale nella creazione di competenze, mentalità e comportamenti necessari per creare manager e tecnici a tutto tondo, in grado si supportare aziende di qualsiasi dimensione, ad affrontare la trasformazione lean e digitale».

Il valore della produzione, come ha spiegato il Direttore Generale, Marco Olivotto, deriva principalmente da attività di formazione customizzate per singolo cliente, o collettive. L’offerta è arricchita dalla consulenza volta all’accompagnamento verso la trasformazione lean e digitale; a ciò si sono aggiunte, nel 2021, altre aree di business che stanno ampliando la presenza internazionale di LEF, propiziate dalla collaborazione in alcuni progetti europei, sui temi dell’intelligenza artificiale e della mobilità. Completano il pacchetto, le attività di auditing e assesment sulle nuove soluzioni tecnologiche sviluppate dalle start-up.

La crescita indicata nel bilancio presentato ai soci è sostenuta dall’inserimento in pianta organica di nuove risorse, dalla collaborazione con un network di esperti nazionali e internazionali sui versanti expert e faculty in materia di trasformazione lean e digitale (i moduli formativi sono 50) e dagli investimenti in infrastrutture, segnatamente nel revamping che partirà in estate sui mille metri quadri che si aggiungeranno ai 3 mila inaugurati a luglio. Una necessità non procrastinabile stante l’incremento di richieste e la volontà di aggiungere proposte formative ulteriormente avanzate e particolari.

In questo contesto vanno lette le due grandi novità in agenda che troveranno spazio nel nuovo building: una digital control tower per la gestione totale e omnicomprensiva di tutti i parametri di funzionamento dell’azienda – interni ed esterni – e una stanza immersiva dove si potrà fare formazione in modo ancor più impattante ed esperienziale. Sarà infine realizzata una nuova linea produttiva (600 mq) che incontrerà le esigenze e le peculiarità di industrie che hanno specifiche necessità.

Presenti a Samuexpo 2022 con Try the metaverse e fuori expo

LEF sarà presente anche quest’anno alla fiera internazionale del settore manifatturiero Samu Expo, dal 31 marzo al 2 aprile a Pordenone, e per l’occasione abbiamo organizzato diverse iniziative: dal metaverso al Fuori Expo.

Nel dettaglio:

TRY THE METAVERSE

Tutti i giorni al Padiglione 8 Stand B06, si terranno delle sessioni di prova di Immersive Factory: laboratorio virtuale in cui persone distanti centinaia o migliaia di chilometri, connesse in live streaming, si spostano, conversano e, soprattutto, imparano metodi di ottimizzazione dei processi aziendali interagendo tramite realtà virtuale e aumentata (tecnologia powered by Mare Group). Il metaverso è un ambiente di lavoro ottimale in cui l’alto tasso collaborativo e l’unicità dell’ambiente marcano una differenza sostanziale rispetto al passato.

Presentata per la prima volta a Expo Dubai 2020, Immersive Factory, la formazione esperienziale in metaverso, potrà essere apprezzata e provata per la prima volta in Italia a Samu Expo.

Per prenotare la propria sessione dimostrativa: www.lef-digital.com/try-metaverse

FUORI EXPO

Le occasioni di incontro e confronto continueranno anche oltre l’area expo: Giovedì 31 marzo dalle ore 19:15 LEF in collaborazione con Fiera di Pordenone organizza un fuori salone Samu Expo che offrirà la possibilità di una visita all’Azienda-Modello più estesa e integrata al mondo per toccare con mano i vantaggi della trasformazione digitale in una realtà aziendale. È stato predisposto in questo senso un servizio navetta dalla Fiera.

Per visionare il programma della serata clicca qui. Si accede solo su prenotazione compilando il seguente form.

«La transizione non schiacci I nostri sistemi economico-sociali»

Sostenibilità per un futuro razionale, i timori di Confindustria Alto Adriatico sulle conseguenze di una trasformazione troppo rapida | LEF lancia, unica in Italia, il sustainability manager e l’ecosistema degli users

Pordenone, 1° marzo 2022 – «Come ha spiegato bene il ministro Cingolani, una guerra ci sta aiutando ulteriormente a comprendere, e con maggiore chiarezza, quanto problematico sia il ruolo dell’uomo dentro un sistema complesso come quello ambientale»: così il direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi, al webinar promosso in LEF sulla sostenibilità per un futuro razionale, autorevole punto della situazione organizzato assieme a Unis&F che ha lambito anche tematiche di stretta e preoccupante attualità.

Secondo Ciarrocchi la transizione plausibile che conduce alla sostenibilità, nozione intergenerazionale richiamata dal legislatore – secondo il quale il passaggio deve avvenire almeno a parità di condizioni – «è un concetto fisico i cui tempi di attuazione, ove troppo rapidi, rischiano di condurci a conseguenze che dobbiamo essere in grado di gestire». Tradotto nella pratica dell’automotive, il segmento della manifattura che forse e maggiormente si presta – o è esposto – all’esempio offerto dal DG, significa, nell’idea di passare all’elettrico entro il 2035, «essere altrettanto consapevoli delle ricadute di natura energetica e occupazionale e del rischio concreto di dover chiudere buona parte della manifattura del Nord Italia attiva in quel settore». Uno scenario improponibile secondo Confindustria: «La nostra – ha aggiunto Ciarrocchi – è una posizione chiara e risaputa: affrontiamo pure la sfida ma facciamolo in modo tale che i cambiamenti che ne deriveranno non schiaccino il sistema economico-produttivo e, soprattutto, sociale».

Un tema che Confindustria Alto Adriatico, tramite LEF, l’azienda digitale modello, trasforma in azioni concrete: «Tra qualche settimana, unici in Italia, in collaborazione con Intertek e Polo Tecnologico Alto Adriatico – ha spiegato il DG, Marco Olivotto – lanceremo il percorso formativo-certificativo per il sustainability manager. Parallelamente avvieremo programmi formativi rivolti ai cosiddetti sustainability users, primi interlocutori del manager. L’obiettivo – ha aggiunto – è creare nella popolazione non ancora attiva nel mondo del lavoro, o in quella che non ha mansioni manageriali, le competenze di base, in primis legate alla mentalità e comportamenti, necessarie per l’attuazione dei progetti decisi dal sustainability manager».

Parlano di noi: dal Messaggero Veneto a La Sicilia si racconta Immersive Laboratory

La presentazione di Immersive Factory a Dubai Expo 2020 ha destato grande interesse sulla stampa nazionale e sul web. Ecco qui una rassegna delle principali uscite stampa e per chi volesse rivedere l’evento qui il video dell’intervento.

Sole 24 Ore del 26 febbraio
Messaggero Veneto del 25 febbraio

Formazione per imprese e scuole in metaverso: il primo ambiente operativo al mondo è italiano

IL PRIMO AMBIENTE OPERATIVO AL MONDO È ITALIANO 

Immersive Factory è il laboratorio virtuale di LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company | Dimostrazione pratica in una linea produttiva virtuale tra Dubai, Italia e Germania a Expo 2020 | Operatori al lavoro già formati, migliori task operativi e sicurezza incrementata | Collaborazione con le secondarie superiori per un’alternanza scuola-lavoro virtuale.

Dubai, 24 febbraio 2022 – La formazione esperienziale si sposta nel metaversoImmersive Factory, proposta unica al mondo, è stata presentata in assoluta anteprima all’Expo 2020 di Dubai da LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company più estesa e integrata del pianeta che, dal 2011, progetta soluzioni di apprendimento sul campo – learning by doing – utilizzate per acquisire o sviluppare competenze oramai fondamentali per la competitività dell’impresa.

Immersive Factory è un laboratorio virtuale in cui persone distanti centinaia o migliaia di chilometri, connesse in live streaming, si spostano, conversano e, soprattutto, imparano metodi di ottimizzazione dei processi aziendali interagendo tramite realtà virtuale/aumentata/mixata. «Il processo di ibridazione tra mondo fisico e virtuale iniziato una quarantina di anni fa – spiega Marco Olivotto, Direttore Generale di LEF – attraversa una fase importante della sua storia: il metaverso, infatti, è un ambiente di lavoro ottimale in cui l’alto tasso collaborativo e l’unicità dell’ambiente marcano una differenza sostanziale rispetto al passato».

Tre gli scenari predisposti in altrettante sessioni di training alle quali hanno partecipato una trentina tra accademici, dirigenti scolastici e d’azienda emiratini collegati con l’Italia e la Germania. Nel primo è stato ricostruito un ambiente industriale disseminato di rischi e minacce per la sicurezza dei lavoratori che il partecipante al corso, ingaggiato in una meticolosa ispezione degli ambienti, doveva individuare e taggare presentando al termine una reportistica delle attività oggetto di valutazione.

Nel secondo è stato sfruttato il metaverso per ricreare laboratori collaborativi provvisti di postazioni di lavoro singole (la LEF nel caso di specie) che hanno permesso a un gruppo distribuito tra Medio Oriente ed Europa, di afferrare oggetti, inserirli in un macchinario e, infine, una volta trasformati, di assemblarli con altri semilavorati ottenendo il prodotto finito (un compressore). «La fruizione del metaverso – ha aggiunto Olivotto – può avvenire con un device immersivo ma anche da pc o smartphone, il vantaggio è che oggi queste piattaforme – Spatial nel caso di specie – sono assolutamente accessibili, parlo di investimenti, sia lato hardware sia lato software necessario per la creazione di ambienti virtuali».

Il terzo ambiente, non meno importante, ha permesso di creare una ridondanza di movimenti tra realtà fisica e virtuale: «Allo spostamento di carrelli fisici che avveniva in Italia – spiega ancora Olivotto – ne corrispondeva uno nel metaverso identicamente ricostruito. E così via rispetto a tutte le altre operazioni. I vantaggi sono molteplici: fornire addestramento in tempi relativamente rapidi agli operatori, così già edotti sull’ambiente di lavoro futuro, ottimizzarne i task operativi e, non da ultimo, garantire loro i migliori parametri di sicurezza».

Immersive Factory, per LEF, è il futuro prossimo-immediato: «Sfrutteremo al massimo il valore di quest’esperienza – ha detto Michelangelo Agrusti, Presidente di LEF e di Confindustria Alto Adriatico – sviluppando nuovi modelli formativi. Il nostro obiettivo è che Immersive Factory diventi, nel tempo, l’alternativa a ecosistemi formativi totalmente fisici o digitali. Fruitori del metaverso saranno le imprese ma anche le scuole, con cui avvieremo presto una fase di beta testing e trouble shooting nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e/o di stage per ottimizzare al massimo le capacità che i ragazzi della generazione Z hanno di sfruttare queste tecnologie».

Trasformazione digitale, i muri che dobbiamo abbattere

Dal dibattito con Oracle i limiti al pieno sfruttamento delle nuove tecnologie: «A processi sviluppatisi esponenzialmente grazie all’adozione di tecnologie, non ha corrisposto analoga crescita dell’organizzazione che, al contrario, avanza in modo logaritmico» | In LEF le tecnologie delle imprese che stanno facendo realmente innovazione

Pordenone, – Abbattere i muri che “resistono” alla trasformazione digitale per evitare la compartimentazione in silos dell’impresa, una contraddizione in termini emersa dalla lettura dai dati resi noti dal Governo sugli investimenti 4.0, da cui si evince che le aziende passate attraverso il Piano Industria 4.0, Impresa 4.0 e Transizione 4.0 hanno prevalentemente investito in una o due tecnologie abilitanti, solitamente integrate in un macchinario interconnesso, senza però ragionare realmente in termini di impianto e fabbrica connessa. Questo uno dei tanti, utili spunti emersi dal webinar promosso da Innovation Post, LEF e Oracle dal titolo Transizione 4.0, sfide e opportunità per l’industria tra innovazione, produttività e PNRR.

«La tendenza – ha spiegato Marco Olivotto, Direttore Generale di LEF – è quella di mantenere gli ambienti chiusi, un limite che non consente di sfruttare pienamente le enormi potenzialità del digitale. Lo sforzo, in LEF, è insegnare agli imprenditori come raggiungere una maggiore integrazione – orizzontale e verticale – che consenta all’impresa di disporre di informazioni maggiormente diffuse per diventare a tutti gli effetti una realtà data-driven». Secondo Olivotto, inoltre, «in molte organizzazioni, a processi di produzione e prodotto sviluppatisi esponenzialmente grazie all’intelligente adozione di tecnologie, non ha corrisposto analoga crescita dell’organizzazione che, al contrario, avanza in modo logaritmico. Un divario che col passare del tempo diventa pericoloso. Ecco, secondo noi il PNRR va considerato non solo dal punto di vista della quantità di risorse che mette e metterà a disposizione, ma come strumento che indica il percorso della digitalizzazione che crea vero valore aggiunto e che rende le aziende più resilienti alle sfide quotidiane, come quello da seguire».

Simone Marchetti, EMEA SCM Alliances Demand Generation Director di Oracle, entrando nello specifico della collaborazione con LEF, che ha definito «fabbrica vera che rende possibile una esperienza che diventa un abilitatore o promotore delle best practice», ha aggiunto che essa «rende possibile l’esperienza rispetto alle nostre soluzioni in uno scenario di piena integrazione in una fabbrica reale. Disponiamo certamente, nel mondo, dei nostri customer visit center dove le nostre soluzioni possono essere toccate, analizzate, dove possiamo offrire una esperienza ai clienti. Qui – ha detto ancora Marchetti – possiamo fare di più, riusciamo tutti insieme a parlare, anche con i clienti, di come il mondo sta cambiando, di come le realtà industriali stanno ridimensionando o rimodulando i propri schemi tradizionali andando verso organizzazioni che hanno un approccio diverso. In più, qui ci sono le tecnologie che possiamo trovare nelle imprese che stanno facendo realmente innovazione. In LEF – ha concluso Marchetti – le nostre applicazioni trovano il loro terreno ideale, riusciamo a dimostrarne tutta la loro capacità di essere degli abilitatori per quella che pensiamo essere la reale trasformazione digitale sul mercato».