Tecnologia, capacità predittiva e incremento delle competenze garantiranno la competitività delle nostre imprese

Dopo un lungo e atteso percorso di preparazione, oggi ha debuttato con successo il primo LEF Operations Summit: quasi un centinaio le persone presenti in LEF e altrettante collegate da remoto per seguire la diretta streaming dell’evento chiave di chi opera in ambito manifatturiero e operations. Al microfono si sono susseguiti ospiti illustri e rappresentanti di grandi aziende internazionali, che hanno egregiamente risposto all’invito del padrone di casa Marco Olivotto a offrire spunti utili e concreti “take away” da applicare subito nel proprio contesto aziendale quotidiano. Sono due i principali fattori che traineranno la competitività futura delle imprese: la presenza sistemica della tecnologia nei processi industriali e il costante, parallelo incremento delle competenze del capitale umano. Questa la sintesi estrema dei contenuti sviluppati al LEF Operations Summit 2022, prima tappa di un percorso di analisi e previsione al quale hanno partecipato aziende con una produzione complessiva superiore ai 10 miliardi di euro e che nel 2023 riunirà periodicamente players internazionali e manager di enti pubblici e privati. Un incontro moderato dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli in cui è emersa la necessità, nel virtuoso intreccio tra intuizione dei singoli, elaborazione di big data e intelligenza artificiale, «di comprendere quanto più possibile il futuro per restare competitivi sul mercato e per evitare, lungo la propria strada, di incontrare uno o più cigni neri».

«Dal Dopoguerra agli anni Settanta – ha spiegato al proposito il Presidente di Confindustria Alto Adriatico e LEF, Michelangelo Agrusti le grandi classi dirigenti della politica hanno costruito quella che oggi è la seconda potenza manifatturiera europea, settima al mondo. Ebbene, quell’Italia lì, quella con l’intelligenza predittiva, la stessa che ci ha fatti diventare un Paese industriale anche se le industrie non c’erano, dove è nata una delle più grandi imprese petrolifere pur non essendoci petrolio nel sottosuolo, che ha costruito le centrali nucleari e la più grande rete autostradale d’Europa, si è fermata lì. Ecco perché guardo con estrema attenzione ai player di Stato di grandissimo livello, allo Stato imprenditore. Questo sistema misto pubblico-privato ce lo terremo ancora per un po’, per fortuna».

A testimoniare l’importanza della vision di lungo periodo, il contributo del colonnello Claudio Icardi, capo dell’Ufficio Innovazione della Difesa, un settore dove i tempi dell’innovazione, di quindici o vent’anni, sono molto più lunghi rispetto al mercato civile, «dove è necessario compiere scelte corrette anticipanti i fenomeni, una capacità che si ottiene con un aggiornamento continuo delle competenze finalizzato anche ad addestrarsi alle complessità e a sviluppare differenti modalità di approccio con l’incertezza».

Tradotto in prosa significa essere resilienti e proprio su questo punto Roberto Migliorini, partner McKinsey & Company dell’ufficio di Londra, ha evidenziato che «volatilità e shock di mercato si verificano con sempre maggiore frequenza e ciò rende necessario per le aziende il rafforzamento della propria resilienza». Migliorini ha spiegato che «analisi McKinsey dimostrano non solo che le aziende più resilienti risentono meno delle crisi, ma possono anche recuperare e crescere più velocemente. Trasformare un’azienda per renderla più resiliente richiede un intervento articolato in sei categorie: resilienza digitale e tecnologica, allineamento del brand, della reputazione e dei principi ESG, modello di business e capacità di innovazione, resilienza organizzativa, resilienza finanziaria e pricing e resilienza operativa. Quest’ultima – ha aggiunto – può essere raggiunta attraverso percorsi di formazione pratica mirata, che aumentino il coinvolgimento dei partecipanti e il grado di assorbimento delle nuove competenze apprese. Un esempio di programma su larga scala che ha permesso di migliorare la resilienza dell’organizzazione ha coinvolto più di 3 mila dipendenti e ha affrontato vari temi relativi alla trasformazione digitale delle operazioni di produzione».

Altrettanto analitica Luisella Giani, EMEA Head of Industry Transformation Oracle, secondo la quale, «è importante riuscire a sfruttare questo segmento storico come momento di crescita e di riformulazione strategica a lungo termine per essere azienda vincente non tanto e non solo nel breve ma nel lungo periodo. In questo senso la tecnologia ci aiuta ad individuare i gap interni e coi competitors». E anche parte dell’incremento del tasso di reshoring – rientro di aziende o linee delocalizzate all’estero, è sempre della tecnologia: «Se si rientra in patria o in zone limitrofe dipende da alcuni fattori chiave, tra cui le migliori skills su machine learning, analisi dei dati ed esigenza di vicinanza/controllo che hanno aumentato il vantaggio competitivo del nostro sistema Paese o dell’Europa per chi aveva delle company in estremo oriente». Tendenza che ha trovato conferma nella relazione di Ciro Rapacciuolo, Responsabile dell’area Congiuntura e Previsioni – Centro Studi Confindustria secondo il quale «il 45% circa delle imprese sta pensando alla rilocalizzazione di tutta o di una parte della produzione estera».

Soddisfazione per il meeting è stata espressa dal sindaco di San Vito al Tagliamento, comune in cui ha sede LEF, per un evento molto importante e di assoluto livello.

Invasione di giovani oggi in LEF per il Job Day della Regione FVG

La nostra sede oggi è stata piacevolmente invasa da giovani potenziali candidati per i 210 posti di lavoro vacanti nella nostra regione, ma le ricerche attive non riguardano solo profili junior ma anche figure di middle management in diversi ruoli, dalle operations al commerciale.

L’iniziativa si inserisce in un roadshow di eventi voluti dalla Regione Friuli Venezia, con la collaborazione di Umana, con l’obiettivo di facilitare l’incontro fra le aziende e i lavoratori interessati. LEF ha curato la tappa sanvitese del Job Day.

Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico e della stessa azienda modello, Michelangelo Agrusti, rivolgendosi ai tantissimi giovani presenti oggi all’evento, ha detto, ricordando una personale esperienza del passato, che «sono tornate le rondini».

Secondo il Presidente, la sua generazione «ha il compito di investire su di voi, dobbiamo ripagarvi dei debiti e farvi capire che una società è solidale se una generazione tende la mano a quella che viene dopo, questo è il compito serio delle classi dirigenti. I giovani hanno in mano il futuro del Paese, dobbiamo prepararli a tenerlo insieme. Confindustria Alto Adriatico, assieme ad altri partners, ha investito risorse significative per creare un Sistema fatto esclusivamente per voi: il Polo Tecnologico, ad esempio, ha generato e sta generando imprese di prima generazione, continueremo ad aiutarvi a diventare manager e vi stimoleremo a fare gli imprenditori, ne abbiamo grandissima necessità. Certo – ha proseguito Agrusti – dovrete faticare, studiare e impegnarvi ma noi saremo sempre al vostro fianco».

Sulla formazione il Presidente di CAA è stato categorico: «Possiamo vendere volontà e intelligenza – ha detto ai ragazzi – ma senza competenza non riuscirete a trovare una collocazione adeguata in una società in fortissima evoluzione». Per Agrusti, che ha definito questa e altre vissute di recente come giornate meravigliose, la «diffidenza tra impresa e giovani comincia a sgretolarsi, la fabbrica non è un luogo brutto, sporco o che inquina come alcuni hanno sostenuto, lavorerete in ambienti diversi da quelli di un tempo, proprio come questo, un’azienda digitale modello per voi che siete nativi digitali. E noi – ha concluso – vi garantiremo una possibilità nell’arco di tutta la vostra vita scolastica, siete i nostri soci, siete quelli che assicureranno la sopravvivenza al sistema industriale, ne sarete i protagonisti».

Quindici le aziende partecipanti: ATENA SPA, BCF ITALIA SRL, BROVEDANI GROUP SPA, CBS.EST SRL, EMAINOX SRL, FRIULPRESS – SAMP SPA, G.I. INDUSTRIAL HOLDING SPA, IL TULIPANO SRL, MASCHIO GASPARDO SPA, MODINE CIS ITALY SRL, OCM SPA, PMP PRO-MEC SPA, PONTAROLO ENGINEERING SPA, REFEL SPA e SUBTECK SPA.

LEF Operations Summit 2022: Giovedì 1 dicembre al via il roadshow nazionale

LEF, Giovedì 1 dicembre, inaugura il roadshow nazionale di eventi dedicati a reimmaginare una nuova competitività.

Una nuova normalità ancora da scoprire ci attende ma siamo chiamati oggi a costruire strategie per le nostre aziende a prova di futuri incerti, imprevedibili e complessi.

Dobbiamo ripensare e rivedere il modo in cui gestiamo le nostre organizzazioni considerando le numerose forze che stanno ridisegnando il mondo e che porteranno a una nuova normalità. L’attuale situazione energetica, lo shortage delle materie prime e la rottura delle supply chain, i cambiamenti sociali che impattano i consumatori e i nuovi bisogni dei nostri collaboratori sono solo alcuni dei fattori di forte cambiamento che stiamo vivendo.

LEF Operations Summit è un momento di incontro in cui poter ascoltare esperti, importanti leader di azienda, Responsabili di Produzione, CEO e imprenditori quali strategie, strumenti e azioni mettere in atto per costruire approcci aziendali resilienti e sostenibili.

LEF Operations Summit si svolgerà il 1° dicembre 2022 nell’azienda modello LEF, un luogo simbolo della trasformazione digitale italiana che da oltre dieci anni ha le sue radici nel Nord Est a San Vito al Tagliamento (PN).

A breve sarà disponibile il programma della giornata. 

Solo la metà delle PMI del territorio ha beneficiato delle agevolazioni Industria 4.0

Una delle priorità di Confindustria Alto Adriatico e LEF è quella di accompagnare le aziende del territorio, in particolare aziende manifatturiere, nel percorso di trasformazione digitale. Una tematica che incrocia l’attualità poiché consente di evitare sprechi e di abbattere conseguentemente i costi dell’intera catena del valore: dagli acquisti, compreso l’acquisto dell’energia che in questo momento è particolarmente critico, ai processi di vendita e post vendita.

La necessità di essere sempre più efficaci nelle proposte ha stimolato la veicolazione di un questionario sulla reale quota di utilizzo degli incentivi tra le imprese e le modalità con cui gli imprenditori hanno intrapreso il percorso della digital trasformation.

All’indagine hanno risposto in prevalenza PMI, ovvero imprese sotto i 50 mln di euro di fatturato ed i 250 dipendenti. Il primo elemento che balza agli occhi dall’analisi dei dati è che il 56% delle aziende, poco più della metà quindi, ha sin qui beneficiato delle agevolazioni di “Industria 4.0” dal 2017 ad oggi. Tra di esse il 62% dichiara, pur in presenza di modifiche ancora parziali, un cambio nell’organizzazione e nelle modalità di lavoro mentre il 27% ha ammesso l’assenza di modifiche sostanziali. Solamente una piccola parte, pari all’11% dichiara di aver avuto una completa trasformazione digitale.

Tra le ragioni addotte dagli imprenditori in tema di mancato accesso a iper/super ammortamento e/o credito di imposta, figurano l’assenza di investimenti in tecnologia (46%) o in macchinari (35%), il fatto di non essere a conoscenza degli incentivi (14%) o la troppa burocrazia (5%). Più in generale, però, il 56% delle imprese vede con favore gli investimenti in tecnologia di cui sono già in grado di quantificare i margini di miglioramento. Che potranno essere consistenti (23%), abbastanza consistenti (34%), percepibili (41%) e non percepibili (1%).

Se esistano o meno in azienda le competenze per cogliere i benefici della digitalizzazione, solo il 32% ha risposto positivamente, mentre la maggior parte delle aziende ritiene che siano in parte presenti ma servirebbero maggiori competenze specifiche manageriali e tecniche, oppure che è necessario un forte percorso di crescita e formazione.

Secondo il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, gli esiti del questionario indicano che «molta strada è stata fatta, ciò nonostante, ci attende ancora parecchio lavoro: da un lato – ha detto – per stimolare le imprese a serrare i tempi della trasformazione digitale, dall’altro per garantire adeguata competenza tecnica e manageriale a chi, pur in presenza di effettivi cambiamenti sostanziali, non riesce ancora a beneficiare di tutti o parte dei vantaggi. Colmare il primo aspetto – informativo e di stimolo alla digitalizzazione – è un compito che Confindustria Alto Adriatico, Polo Tecnologico Alto Adriatico e LEF, sinergicamente, si sono dati tra le priorità e perseguono quotidianamente. La formazione, dentro e fuori le aziende, è invece garantita dagli ITS e da LEF, l’azienda digitale modello che fornisce alle aziende manifatturiere e di servizi le competenze per raggiungere l’eccellenza operativa e realizzare con successo la trasformazione digitale».

Per Massimiliano Ciarrocchi, Direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, «il nostro compito è quello di affiancare quel 44% che deve ancora affacciarsi alla digitalizzazione, perché ne va della loro stessa esistenza, ma anche di continuare ad occuparsi del 56%, assistendo quelle imprese nella continua evoluzione della frontiera digitale. Il sistema Alto Adriatico ha al suo interno le eccellenze necessarie a svolgere questo compito e, soprattutto, può far sì che quel 56% funga da faro per chi è ancora refrattario al cambiamento».

Più articolata l’analisi di Marco Olivotto, Direttore generale di LEF: «Dati in linea con quelli nazionali: se prendiamo a riferimento l’European Innovation Scoreboard Index 2022 – che valuta il livello di innovazione basata su una serie di fattori (infrastrutture, investimenti in R&D, innovazione di prodotto e di processo, skills dei dipendenti, impatti su crescita e sostenibilità ambientale) – l’Italia, pur essendo la terza economia dell’area euro, si posiziona al quindicesimo posto per performance. I punti deboli riguardano gli investimenti in innovazione di prodotto e processo ancora contenuti e la carenza di personale con skill su innovazione e digital. Nel manifatturiero, in particolare, assistiamo al fenomeno della cosiddetta “valle della morte” delle sperimentazioni: la maggior parte delle aziende che ha investito in Industria 4.0 ha intrapreso azioni concrete volte a trovare delle soluzioni per creare benefici reali e del valore aggiunto per le proprie organizzazioni, quali ad esempio controllo della qualità di prodotto/processo grazie a sensori ed AI, prodotti interconnessi o digitalizzazione ed automazione del rapporto con i clienti, incrementare l’efficienza della forza lavoro grazie a tecnologie abilitanti, fabbriche e plant intelligenti; solo una piccola parte di queste iniziative e sperimentazioni, però, è stata trasferita ad una fase industriale e viene normalmente utilizzata nella gestione e conduzione delle aziende. Le motivazioni sono riconducibili a sfide e rischi quali la sicurezza informatica, la complessità tecnica e le risorse necessarie a standardizzare ed industrializzare una soluzione ed una non sempre chiara valutazione del ritorno sull’investimento».

Bando Smart Mobility Technology: aperte le candidature

Con il 1° ottobre è partito ufficialmente il bando per lo sviluppo digitale promosso da TechMOlogy, progetto finanziato dal Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Slovenia, di cui LEF è partner.

Il bando promuove lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi, imprese e modelli di business per rendere più sostenibile ed efficiente la mobilità nell’area transfrontaliera e più competitive le imprese lungo tutta la filiera produttiva di veicoli di ogni genere, dalle automobili alle bici elettriche, dai deltaplani agli yacht.

Possono candidarsi imprese di piccole dimensioni o artigiane, inviando la propria candidatura al sito web www.techmology.eu, fino al 15 dicembre. C’è tempo fino al 15 dicembre per inviare la candidatura, ma ci sono solo 50 posti disponibili.

L’occasione è inedita e importante poiché «le tecnologie abilitanti chiave (KET) di Industria 4.0 – come spiegano i partner di
progetto Friuli Innovazione (leader), GIZ ACS Slovenski avtomobilski grozd, ECIPA, SIEVA e LEF – possono determinare un cambiamento strategico e organizzativo utile a stimolare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi».

Quattro gli ambiti di sfida proposti da TechMOlogy: automotive, marittimo/navale, aerospaziale e mobilità intelligente. I team prescelti saranno accompagnati nello sviluppo di competenze tecnologiche I4.0 e spinti a lavorare con professionalità quasi-artigianali di nicchia che contribuiscono alla nascita di prodotti di alta gamma (come, ad esempio, nel design di biciclette, natanti di lusso o nella produzione di veleria per imbarcazioni da competizione). Tra i tanti plus dell’iniziativa, l’accesso garantito agli aspiranti ai servizi di R&S messi gratuitamente a disposizione per il design, la prototipazione, il test o la validazione delle idee, incluso l’accesso a facilities di ricerca in FVG, Veneto o in Slovenia normalmente non accessibili ai privati o a pagamento.

Le manifestazioni di interesse potranno essere inviate dal 1° ottobre al 15 dicembre al link. I candidati avranno tempo sino al 28 febbraio 2023 per lo sviluppo delle idee progettuali, ma già a partire dal 15 ottobre inizieranno i percorsi di mentorship per le candidature ricevute. A marzo la chiusura con un evento di celebrazione ufficiale.

Scarica qui il comunicato stampa IT, EN, SLO.

Iniziativa speciale di LEF contro il caro energia: Smart energy aperto a tutti

Dopo 2 anni di pandemia e una guerra ancora in corso, le aziende sono chiamate ad affrontare una nuova sfida: il caro energia.

Il gas ad agosto di quest’anno ha raggiunto un costo di 300€/Megawattora, nel 2020 il prezzo medio unico nazionale era a 39€, negli anni precedenti mediamente a 60€. La notizia di ulteriori aumenti tra settembre e ottobre ci portano ad un costo energetico, da qui a fine anno, quasi quadruplicato.

Da questa consapevolezza nasce la volontà di dare un contributo concreto, mettendo a fattor comune competenze ed esperienze maturate con successo sul tema dell’energy management e confluite nel percorso formativo dal titolo Smart Energy. Nasce così l‘iniziativa di solidarietà contro il caro energia, per cui il corso Smart Energy già in calendario il 27 settembre verrà erogato gratuitamente. 

Confindustria Alto Adriatico, che ha attivato una task force a supporto tecnico-finanziario delle imprese in difficoltà a causa del caro energia, mobilita ulteriormente la propria struttura a sostegno del tessuto produttivo e approva la decisione di consentire l’accesso gratuito alle aziende che ne faranno richiesta, anche non associate Confindustria, al corso Smart Energy. 

L’iniziativa di solidarietà, che rientra in un progetto più ampio e articolato, si innesta perfettamente, oggi, in una fase drammatica legata al risparmio energetico: «L’idea era nata lo scorso anno – spiega il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – preso atto di quanto le ricadute congiunturali previste a cavallo tra 2021 e 2022, poi aggravatesi con il conflitto in Ucraina, avrebbero potuto avere sui nostri associati. La situazione è, se possibile, ulteriormente peggiorata; di qui la decisione di rendere disponibile a quanti ne faranno richiesta questo protocollo operativo creato per consentire concretamente alle aziende, non solo del Friuli Venezia Giulia, di limitare i consumi».

Per partecipare all’iniziativa basta iscriversi on line, la prenotazione è obbligatoria e i posti sono limitati.

Highlights 2021-22: I numeri della crescita ad 1 anno dall’inaugurazione

Ad 1 anno esatto dall’inaugurazione del nostro nuovo building, ci siamo fermati a fare un bilancio di quanto fatto in questi 12 mesi: oltre 600 le persone che hanno visitato LEF in quest’anno, per un totale di 320 aziende ospitate. 

Per quanto riguarda le business unit principali, consulenza e formazione, abbiamo superato le 220 aziende supportate nel loro percorso di innovazione lean e digital e formato più di 2.500 persone nel nostro hub esperienziale.

Al core business, si sono aggiunte 3 nuove aree di attività: 

  • Education rivolta al mondo dell’istruzione, dalle medie ai master;
  • Progetti Internazionali con all’attivo già due progetti;
  • Test bed per validare all’interno dell’azienda modello nuove soluzioni provenienti da star up e spin off.

Per far fronte alla crescita numerica, anche l’organizzazione si è adeguata velocemente inserendo nuove figure professionali (+15 tra nuovi esperti e collaboratori), ampliando i casi d’uso presenti in azienda modello (+150 attualmente all’attivo) e instaurando nuove partnership con provider tecnologici e operatori del cambiamento (+18 nuove collaborazioni).

Vedi l’infografica completa CLICCA QUI.

Tutti numeri con segno positivo, indicatori di una crescita importante e di successo che ci spingono a guardare con rinnovata motivazione ai prossimi obiettivi tra cui la nuova Digital Control Tower (operativa a settembre), in autunno il rifacimento del primo building che ospiterà nuove aule formative, nuovi ambienti di lavoro ed anche nuovi casi d’uso, nel 2023 nuovi percorsi di formazione sulla sostenibilità con l’applicazione di tecnologie all’avanguardia tra cui un bioreattore ad alghe per la compensazione delle emissioni di CO2.

Progetti che vanno sempre nella direzione dell’innovazione digitale e ottimizzazione lean, mettendo al centro di tutto le persone e la formazione: vere protagoniste di questo successo perché, come spiega Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico, «l’unico vero vincolo al cambiamento è l’assenza di chi sarà preposto a gestirlo, proprio per questo pensiamo invece che tutti debbano essere protagonisti della rivoluzione digitale: dirigenti, quadri, lavoratori fino agli studenti degli istituti superiori che in LEF trovano accoglienza con la stessa logica di un campus”. «La rinnovata offerta di formazione, incentrata sulla trasformazione digitale – ha aggunto Cinzia Lacopeta, Leader McKinsey Capability Center Europa e Nord America – copre l’intera catena del valore: dalla ricerca e sviluppo agli acquisti, alla supply chain, all’amministrazione e alla produzione, con particolare riguardo all’applicazione dell’intelligenza artificiale e al supporto della manifattura. Grazie agli oltre 100 digital use case che sono stati implementati con l’impegno di oltre 50 esperti McKinsey da tutto il mondo, dei tech player e delle startup, è possibile trarre ispirazione sulle migliori tecnologie presenti sul mercato e sulla corretta modalità di applicazione per superare la prima fase pilota e raggiungere risultati a scala. La formazione offerta in LEF è di tipo esperienziale e permette all’utente di visualizzare lo stato finale della digitalizzazione in termini di use case e impatti, con focus non solo sulla tecnologia, ma anche sulle competenze e sui comportamenti abilitanti».  

Secondo Sergio Farioli, Partner McKinsey & Company «in LEF è possibile toccare con mano i risultati ed essere protagonisti della trasformazione con evidenti benefici: un aumento della produttività del 30%, ad esempio grazie al digital twin per ottimizzare i parametri macchina, un miglioramento del servizio al cliente con una riduzione del lead time fino al 20% attraverso gli advanced analytics per bilanciare la linea di produzione, un incremento della qualità mediante sistemi di visual inspection con algoritmi di intelligenza artificiale. LEF è diventata digital lighthouse per gli altri undici centri di formazione e innovazione di McKinsey a livello globale e, nel corso dell’ultimo anno, ha esportato gran parte dei moduli di formazione e dei digital use case negli altri centri europei e americani. Guardando al prossimo anno, interessanti novità sono in pipeline: quella più importante riguarda un nuovo percorso di formazione dedicato al tema della sostenibilità, con l’applicazione di tecnologie all’avanguardia tra cui un bio-reattore ad alghe per la compensazione delle emissioni di CO2».  

Il percorso di crescita strutturale di LEF, che nel 2021 aveva richiesto circa 12 milioni di investimento necessari per triplicare le dimensioni e la dotazione tecnologica, percorso che venne completato a tempo di record nonostante la pandemia, prosegue spedito: a settembre sarà inaugurata la Digital Control Tower che consentirà di aggregare dati provenienti dai vari ambiti aziendali interni trasformandoli in informazioni per assumere decisioni su supply chain, produzione o gestione degli asset aziendali; in autunno, inoltre, sarà avviato il cantiere per l’adeguamento del building che ospitò nel 2011 l’azienda nel suo primo tratto di vita; ospiterà nuove aule formative, ambienti di lavoro e soluzioni sofisticate per la produzione.  «Un anno ricco di soddisfazioni e sfide – commenta il Direttore generale di LEF, Marco Olivotto – che consolida la dimensione internazionale di LEF. Gli investimenti, l’inserimento in alcuni network italiani (il sistema Alto Adriatico, IP4FVG e SMACT) e globali, i centri di competenza McKinsey nel mondo, in cui LEF è sempre un soggetto trainante e faro per gli altri, restituiscono la dimensione della rilevanza e dell’impatto creati e nel supporto che siamo stati in grado di fornire alle organizzazioni che investono in capitale umano, elemento centrale del successo nella trasformazione digitale e nella competitività presente e futura. Nel nostro percorso – ha aggiunto – rilevanza rivestono gli investimenti tecnologici, il costante sviluppo di contenuti formativo/educativi e le collaborazioni world wide. Tratto distintivo e centrale in tutte le azioni, è sempre la persona al centro perché LEF è già pronta all’industria 5.0 più sostenibile, human-centric e resiliente». 

Sicurezza sul lavoro fondata su sapere, formazione e tecnologia

Venerdì 22 luglio si è tenuta la conferenza stampa presieduta da Confindustria Alto AdriaticoCgilCisl e UilDipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale e LEF per informare sulle attività svolte e sui programmi che coinvolgeranno le parti fino a fine anno nell’ambito della campagna di prevenzione “Zero morti sul lavoro”.

Tre i filoni:

  • la scuola di sicurezza sul lavoro svoltasi in LEF
  • le iniziative congiunte con ASFO
  • il corso dedicato agli RLS. 

«Anche in ragione dell’incremento degli infortuni registrato lo scorso anno – ha spiegato il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ripercorrendo alcune tappe dell’accordo – abbiamo creato con la collaborazione essenziale di ASFO, cui è attribuito il coordinamento degli interventi in una logica di sussidiarietà tra il sistema pubblico e quello privato, una infrastruttura della sicurezza fondata sulla conoscenza analitica (epidemiologia) degli infortuni a maggiore tasso di ripetitività per migliorare la nostra capacità di intervento metodologico fondata sul sapere». 

Numeri che, secondo Agrusti, potranno essere d’aiuto interpretativo anche sul versante squisitamente legale. Proprio su questo punto il Presidente ha rivolto un invito all’Azienda Sanitaria a svolgere una attività di moral suasion nelle sedi opportune per evitare una «generalizzata criminalizzazione» aggiungendo che «la stragrande maggioranza delle imprese si è attrezzata, o lo sta facendo, per evitare l’imponderabile». Su questo aspetto Lucio Bomben, Direttore del Dipartimento di Prevenzione/SC Igiene e Sanità Pubblica di ASFO, che ha parlato di collaborazione molto proficua, ha spiegato che «in effetti molto spesso ci occupiamo di infortuni bagatellari» informando che «circa il 45% delle certificazioni di infortunio sul lavoro sono state concordemente archiviate in accordo coi Pm». 

 

Per quanto concerne le attività previste.

 

SCUOLA DI SICUREZZA SUL LAVORO

In LEF è stato completato il primo ciclo di corsi iniziato a maggio. Vi hanno preso parte gli RSL nelle RSU delle imprese o negli OPP territoriali che si occupano di prevenzione in materia, responsabili della prevenzione di parte datoriale e imprenditori. Cospicua la partecipazione in presenza e online (anche dall’estero). Il materiale oggetto degli incontri, è stato precisato, è un asset consultabile a disposizione della community delle imprese e del mondo sindacale. «L’approccio alla sicurezza – ha commentato al proposito Agrusti spiegando il perché dell’azienda modello eletta a sede dei corsi – avviene su due versanti: la formazione e le nuove tecnologie. Queste ultime possono creare una serie di opportunità, basti pensare a sensoristica e ridondanza delle protezioni per evitare che le imperfezioni umane, il momento di distrazione, si trasformino in tragedia. Una cultura della sicurezza che coinvolgerà anche le scuole dove saranno effettuate iniziative di promozione rivolta agli studenti». Marco Olivotto, Direttore generale LEF, ha aggiunto che la trasformazione digitale non ottimizza e incrementa “soltanto” le performance in azienda ma è un alleato incredibile sul fronte della sicurezza, più in particolare della prevenzione: «Dati e automazione – ha detto – permettono di disporre d’informazioni utili ad anticipare eventuali pericoli. Da noi la pratica avviene anche con delle simulazioni in metaverso zeppe di rischi dove viene misurata la capacità del singolo di intuire, comprendere, agire».  

 

ASFO – CONFINDUSTRIA ALTO ADRIATICO

Nella sede di piazzetta del Portello, verosimilmente in autunno, sarà promosso un corso aperto sia agli imprenditori sia agli RLS che prevede l’illustrazione delle quattro tipologie più frequenti di incidente sul lavoro (caduta dall’alto, investimento, ribaltamento, caduta dall’alto di gravi) per una prima lettura delle dinamiche e, in un incontro successivo, il confronto su profili di responsabilità e possibili soluzioni. 

 

CORSO RLS

A giugno, infine, come ha spiegato il Direttore operativo della sede di Pordenone di Confindustria Alto Adriatico, Giuseppe Del Col, è stato attivato un corso riservato agli RLS sindacali con il successivo obiettivo di svolgere formazione nelle aziende. Nel secondo semestre saranno svolte alcune visite in imprese che sulle tematiche della sicurezza hanno evidenziato delle best practice.

Efficienza sul lavoro e disabilita’: Futura e Lef vincono la sfida più difficile

Venerdì 17 giugno si terrà l’inaugurazione del nuovo LABoratorio ABilitativo disegnato assieme all’azienda digitale modello.

Quella tra Futura – la cooperativa sociale che crea e promuove opportunità di inclusione sociale e lavorativa per persone adulte con disabilità fisica, mentale o svantaggio – e LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey, è una storia piena di positività, speranza e capacità di imprendere che merita di essere raccontata – a poche ore dall’inaugurazione del nuovo LABoratorio ABilitativo di Futura Factory, il Polo di Lavoro inclusivo realizzato a seguito dell’incremento delle attività della cooperativa.

La collaborazione, resa possibile dall’attivazione di un bando, prende il via nel 2018 e si focalizza sul supporto allo sviluppo e all’organizzazione delle attività produttive e alla conseguente riorganizzazione degli spazi «dove – spiega la responsabile commerciale Ilaria Miniutti – il punto chiave era sì l’efficienza, ma anche l’individuazione di soluzioni che permettessero di lavorare secondo i migliori standard applicabili, in un ambiente sicuro». La successiva crescita di Futura ha imposto un ampliamento in cui insediare, come spiega il Presidente, Gianluca Pavan, «le lavorazioni più avanzate di assemblaggi e confezionamenti permettendo alla cooperativa di sviluppare nuovi servizi e training lavorativi differenziati, una show room, l’e-commerce www.geneticamentediverso.it e ulteriori lavorazioni meccaniche e di oggettistica, per rispondere a nuovi bisogni». La necessità di un’autonomia finanziaria, anche in considerazione della limitata consistenza degli incentivi all’inclusione lavorativa, ha a quel punto imposto a Futura un ulteriore cambio di passo in termini di efficientamento. In questa precisa fase il rapporto di collaborazione con LEF si è ulteriormente rafforzato. «Ci siamo subito interrogati sulla possibilità effettiva che una cooperativa sociale per disabili potesse lavorare come la Toyota – dice ancora Pavan – cioè far convivere i nostri principi con la lean production, la più avanzata metodologia/organizzazione del lavoro ideata dal produttore automobilistico nipponico». Una sfida gigantesca nella quale si è insinuata anche la pandemia, che ha imposto delle revisioni alla tabella di marcia.

«Una sfida in cui LEF si è immediatamente impegnata – ha detto il Presidente di Confindustria Alto Adriatico e LEF, Michelangelo Agrusti – mettendo a disposizione le proprie risorse per individuare le migliori soluzioni organizzative per la produzione; l’attenzione è stata massima, finalizzata a garantire elevati standard produttivi e qualitativi e, al contempo, la sicurezza e il rispetto delle peculiarità di chi usufruirà di quegli spazi e di quelle aree di lavoro che hanno delle esigenze specifiche che vanno rispettate». Secondo il Direttore generale di LEF, Marco Olivotto, «è un punto d’orgoglio poter supportare iniziative come quella di Futura – ha detto ancora – che rispecchiano in pieno la mission aziendale di offrire le migliori competenze e soluzioni per supportare le organizzazioni in una efficace e sostenibile trasformazione. Iniziative come questa, inoltre, fanno parte del fattivo contributo che LEF vuole imprimere verso una concreta e fattiva crescita sostenibile in termini di persone, società e territorio; un plauso al Rotary Club di San Vito al Tagliamento – ha concluso – che con il proprio contributo ha permesso da un lato l’acquisto di importanti strumentazioni e, dall’altro, promosso la sinergia e la collaborazione con diversi partner».

Ma adesso ci siamo: il building ospiterà due aree di lavoro: il reparto di assemblaggi meccanici ed elettromeccanici, e il nuovo laboratorio abilitativo dedicato al confezionamento di kit, che lavorano per numerose aziende del territorio, tra cui Savio Spa, Eurocablaggi Srl, Kronospan Italia Srl, VDA Group Spa, Maschio Gaspardo Spa, Emainox Srl, Zilli Srl e Pieces of Venice. Lungimirante, inoltre, è stata la decisione di essere efficienti anche dal punto di vista energetico con l’installazione del fotovoltaico

FUTURA. È una cooperativa sociale con oltre 60 lavoratori suddivisi in due aree: i servizi alla persona (socioeducativi, assistenziali, trasporti, ecc.) con 30 tra educatori e operatori con una ricaduta su circa 180 beneficiari e sulle loro famiglie, e l’area della produzione con 30 persone nei reparti di assemblaggi meccanici, confezionamento, guardiania e attività amministrative. Di questi, 15 sono lavoratori con disabilità o svantaggio sociale a cui si aggiungono altre 20 persone inserite da servizi sociali o dall’ASFO in percorsi di autonomia lavorativa.

Entrambe hanno sede nella zona industriale Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento (PN).

Partnership Lef e ITS Alto Adriatico per ll diploma in smart production

LEF ha scelto di operare in partnership con ITS Alto Adriatico, istituto tecnico superiore che offre specializzazione di eccellenza post diploma nell’informatica e nel digitale.

Sia LEF che ITS Alto Adriatico fanno parte di Sistema Alto Adriatico, insieme di realtà distintive che genera una rete capillare di relazioni a supporto dello sviluppo imprenditoriale, sociale e occupazionale dei territori di Gorizia, Pordenone e Trieste, nato per iniziativa di Confindustria Alto Adriatico.

Oltre a essere socio partecipante di ITS Alto Adriatico, LEF offre il suo contributo alle attività didattiche, di orientamento professionale, di stage e placement dell’istituto, con coinvolgimento diretto nella progettazione del corso per conseguire il diploma di Tecnico Superiore Smart Production, figura che pianifica e gestisce la produzione industriale con sistemi di automazione secondo logiche lean, digitali, di miglioramento e di sostenibilità.

Tutti i corsi ITS in programma:

Tecnico Superiore Web Analytics

Tecnico Superiore Smart Production

Tecnico Superiore Cybersecurity Specialist

Tecnico Superiore 4.0

Tecnico Superiore IIOT (Industrial Internet of Things)

Tecnico Superiore Cloud Developer