Nasce al MIB il “DEEP TECH CENTER”, innovativo centro di ricerca in collaborazione con Obloo, Venture Factory e LEF

MIB, Obloo, Venture Factory (VF) e LEF annunciano la creazione del Deep Tech Center (DTC), un nuovo centro di ricerche sulle Deep Tech, che nasce dalla collaborazione tra queste realtà, ciascuna delle quali contribuirà con la propria esperienza e competenza. 

Il Deep Tech è una categoria di tecnologie avanzate che richiedono un alto grado di competenza scientifica e tecnologica per essere sviluppate; esse, spesso, si basano su innovazioni scientifiche e tecniche radicali, e possono richiedere anni o addirittura decenni di ricerca e sviluppo. Applicazioni Deep Tech includono l’intelligenza artificiale, la robotica, la biotecnologia, la nanotecnologia e la tecnologia quantistica. Per generare impatto sul tessuto economico e sociale, in settori come la medicina, l’energia, l’agricoltura e l’industria, ma anche sulla società nel suo insieme, il Deep Tech deve essere inserito all’interno di un processo complesso che coniuga scienza, ingegneria di prodotto e design thinking e che fa leva su cinque dimensioni: 1) scienza e ricercatori, 2) capitali, 3) capacità di management, 4) corporate partners e 5) infrastrutture complesse di test bed. Si tratta di un vero motore per l’innovazione e la crescita economica, che richiede un investimento significativo in ricerca e sviluppo e una forte collaborazione tra ricercatori, innovatori, imprenditori e investitori. 

Da queste premesse nasce la volontà di dar vita al nuovo Deep Tech Center, che unisce realtà leader a livello nazionale e internazionale, che porteranno forti specificità e competenze in ambito innovazione, ricerca e formazione. Queste competenze specifiche saranno messe a sistema nel nuovo centro di ricerca, i cui campi di azione si muoveranno tra le Deep Tech e il trasferimento tecnologico, toccando anche il venture capital e l’impatto dell’ecosistema innovazione sulle imprese. 

“La creazione del Deep Tech Center rappresenta una grande opportunità per collaborare con importanti partner del settoreFrancesco Venier, Dean for Executive Education di MIB Trieste School of Management – e per valorizzare il nostro Executive MBA in Business Innovation. Siamo entusiasti di unire le forze per creare un centro di ricerca all’avanguardia e di mettere a disposizione le nostre competenze per promuovere l’innovazione aziendale e la creazione di nuove imprese attraverso l’utilizzo delle Deep Tech. Un nuovo passo per creare un ecosistema che dia energia al futuro dei nostri studenti e delle aziende.” 

“È per noi un onore essere fra i promotori di un’iniziativa come il Deep Tech Center Nicola Redi, Managing Partner di Obloo | Venture Factory – che nasce come azione di sistema a beneficio delle capacità di innovazione e di sviluppo del nostro Paese. Le metodologie e processi che abbiamo sviluppato con MIB e LEF negli ultimi cinque anni hanno già portato al lancio di 23 start-up e proof of concept a partire da più di 750 progetti delle migliori università e enti di ricerca nazionali, raccogliendo complessivamente più di €80M di investimenti da fondi italiani ed esteri, e portando alla prima acquisizione da parte di un campione industriale nazionale. Il Deep Tech Center permetterà di migliorare queste metodologie, individuarne di nuove, e contribuire a creare una nuova generazione di start-up e manager/imprenditori in grado di generare impatto sul tessuto industriale nazionale ed internazionale a partire dai risultati della ricerca scientifica.” 

“In tempi caratterizzati da Industria 4.0 – spiega Marco Olivotto, Direttore generale di LEF – stiamo già studiando come si potrà caratterizzare il dopo, la nuova era industriale che impatterà tutti i settori industriali e aree del mondo in modo più importante e veloce della rivoluzione digitale che stiamo vivendo. Le tecnologie al centro del Deep Tech Center sono infatti tecnologie esponenziali, ovvero che non seguono uno sviluppo lineare ma la curva di sviluppo si “impenna”. Scopo sarà studiare queste tecnologie ed il loro impatto in termine di valore creato per le imprese e dall’altro preparare anche il capitale umano che le potrà governare. Parlando di curve di sviluppo esponenziale non è possibile ritardare nell’investire sulle persone altrimenti il divario che si crea tra conoscenza delle persone ed evoluzione della tecnologia diventa incolmabile”.  

Si tratta di un ulteriore step nel percorso che vede dal 2018, MIB, Obloo-VF e LEF collaborare a un programma di un innovativo programma di formazione manageriale, l’Executive MBA in Business Innovation (EMBAIN). La missione di questo MBA è aiutare i manager di aziende consolidate e gli imprenditori di startup a innovare i loro modelli di business e a sviluppare nuove imprese sfruttando il potenziale delle Deep Tech.  

L’intento di questo accordo e la creazione stessa del Deep Tech Center rafforzano questa mission, creando un nuovo strumento che sarà a disposizione anche delle imprese che vogliono sfruttare il potenziale della tecnologia per tradurlo in innovazioni di prodotto, processo e modelli di business. 

Dalla rassegna stampa:

ANSA.it “Al Mib Trieste un centro di ricerca sulle Deep Tech”

Veneziepost.it “Trieste, al Mib il nuovo centro di ricerca sulle Deep Tech. Porteranno nuove competenze in innovazione e formazione”

Il Piccolo “Il MIB di Trieste lancia il centro per le tecnologie avanzate” (in foto)

PMI a minor rischio di marginalità tecnologica grazie a TechMOlogy

Iniziativa del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia – Slovenia nel settore della mobilità | Capofila Friuli Innovazione | Partners la LEF, ACS (cluster automobilistico della Slovenia), ECIPA e SIEVA

Nell’industria della mobilità transfrontaliera gli anelli più deboli sono le micro e PMI, anche artigiane, che lottano per affrontare le sfide della transizione digitale. Le tecnologie dell’industria 4.0 sono infatti un fattore di sviluppo-chiave anche per queste aziende poiché consentono lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Grazie al Progetto TechMOlogy del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia – Slovenia, molte imprese a rischio di marginalità tecnologica nel settore della mobilità – dall’automotive al navale, alla mobilità leggera – hanno avuto la possibilità di acquisire competenze adeguate a colmare il gap. 

Di questo si è parlato ampiamente, poco fa, alla LEF, l’azienda digitale modello di Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, partner dell’iniziativa, in una conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto, moderata dal DG di LEF, Marco Olivotto. Secondo Filippo Bianco, AD di Friuli Innovazione, capofila del progetto, «TechMology ha lavorato sulle precondizioni per aumentare l’utilizzo delle tecnologie abilitanti chiave (KET) di Industria 4.0 nelle imprese, specialmente piccole, che operano nella catena del valore della mobilità, che per peso in termini di forza lavoro impiegata, lavorazioni di nicchia ad alto valore aggiunto, professionalità disponibili, caratterizzano significativamente l’area transfrontaliera tra Italia e Slovenia». 

Bianco ha spiegato anche che «insieme ai partners, con cui abbiamo approfondito rapporti di collaborazione bilaterali preesistenti, sono stati sperimentati nuovi modelli di collaborazione ricerca-impresa basati sui principi dell’innovazione aperta, del co-investimento pubblico-privato e sulla condivisione delle strutture di ricerca dell’area programma. Quest’ultimo punto, in particolare, è risultato essere quello chiave per poter pensare di sfruttare meglio, a favore della competitività di tutta l’area, le strutture di ricerca e le competenze esistenti in modo efficiente, creando effetti di moltiplicazione altrimenti impossibili». In questo senso Bianco ha ringraziato i partners e la loro voglia e capacità di ricalibrare il focus continuamente nel corso dello sviluppo del progetto che ha dovuto fare i conti con la straordinarietà del periodo pandemico e, successivamente, con le sfide imposte da uno scenario geo-politico e socioeconomico senza precedenti. «Ciò nonostante – ha concluso Bianco – i risultati ottenuti e il meccanismo sperimentale delle sfide industriali, ci ha permesso di testare sul campo, direttamente con le imprese, le nostre ambizioni e di trovare sia riscontri positivi sia input preziosi per continuare nello sforzo di far crescere la competitività complessiva del nostro territorio»

Tanja Mohorič, direttore del cluster automobilistico ACS della Slovenia e omologa di Hidria per quanto concerne la cultura dell’innovazione e dei progetti europei, ha spiegato che «lo Slovenian Automotive Cluster mette in contatto gli attori dell’industria automobilistica e del settore della mobilità da oltre vent’anni; la nostra missione principale è sostenere i membri nella loro attività e di facilitare o stabilire opportunità di contatto con l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle loro organizzazioni. Inoltre, è estremamente importante per i membri fornire informazioni e organizzare sessioni di formazione con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e le competenze dei dipendenti. Uno dei contenuti di supporto più importanti è la creazione di strategie di sviluppo congiunte attraverso la condivisione delle conoscenze sulle tendenze in atto non solo nel campo dello sviluppo del mercato dell’industria automobilistica, ma anche nel campo della ricerca e dello sviluppo in tutte le aziende. Nell’ufficio di ACS, quindi, monitoriamo regolarmente ciò che accade sul mercato e, con la consapevolezza della necessità della trasformazione digitale e verde, anche lo sviluppo di tecnologie, processi e modelli di business legati all’industria automobilistica. Siamo entrati nel progetto TECHMOLOGY con il desiderio di sviluppare, insieme ai nostri partner, conoscenze e metodi che avvicinassero le aziende dell’industria automobilistica e della mobilità alle ultime scoperte nel campo di tecnologie chiave che sono ancora in fase di graduale introduzione nei processi produttivi e di business delle aziende. Abbiamo fatto conoscere alle aziende alcuni contenuti che forse non avrebbero toccato da sole senza l’incoraggiamento dei partner del consorzio. Crediamo che grazie ai contatti stabiliti, alle nuove informazioni e conoscenze e alla concreta familiarizzazione con le nuove tecnologie, la loro introduzione nelle aziende sarà più facile, più veloce e con meno sforzo». Mohorič ha ringraziatoi partners del consorzio per l’impegno profuso nell’attuazione del progetto augurandosi che i partecipanti al progetto, conosciutisi proprio grazie a questa esperienza, continuino a tenersi in contatto e a migliorarsi in futuro.

Dalla rassegna stampa:

TG Regionale Friuli Venezia Giulia “Un progetto transfrontaliero per analizzare le sfide della mobilità”

Il Gazzettino “Piccole imprese e tecnologia. Il piano per farle decollare”

Al via i LEF Operations Talks, il primo appuntamento sull’office automation dal titolo “Essere umano + macchina”

Dopo il grande successo di LEF Operations Summit di dicembre 2022, nasce LEF Operations Talks: appuntamento trimestrale on line dedicato ad un topic verticale specifico con una visione strategica, un contenuto tecnico e un caso applicativo che rappresenta un faro guida per molte altre realtà.

Il primo appuntamento dal titolo “Essere umano + macchina: una nuova era nell’Office Automation. Scenari, tecnologie e caso applicativo” si è svolto Martedì 21 marzo ore 11 on line con il focus sull’office automation, un’analisi del contesto attuale globale e un outlook sul prossimo futuro e sull’impatto delle tecnologie sui flussi del processo e la valorizzazione della persona con la partecipazione di Daniele Casuccio e Matteo Marchiori – Customer Analytics Italia, Pasquale Costanzo – Unindustria Servizi & Formazione Treviso Pordenone | UNISEF, Manuel Clama – Lima Corporate.

Robotica e automazione dei processi saranno i principali asset di investimento in tecnologia per i prossimi cinque anni seguiti dal cloud e dall’internet delle cose: è quanto emerso ai LEF Operation Talks, meeting di approfondimento organizzato tra esperti e manager d’azienda su un topic verticale specifico – l’office automation, processo che si realizza tramite una combinazione di hardware, infrastruttura (cloud e connettività) e software il cui obiettivo è sostituire processi tradizionali in prevalenza manuali – compilazione schede, aggiornamento schedari, archiviazione fisica dei documenti – con attività e procedure digitalizzate perfettamente integrate. 

«Office Automation come àncora di salvataggio in settori specifici in cui oggi la crescita esponenziale non è più possibile – ha spiegato Marco Olivotto, Direttore Generale di LEF che ha proprio nell’O.A. una delle sue principali skills – o anche nella pubblica amministrazione; qui, complice una mole di lavoro che cresce a causa del moltiplicarsi delle normative e di un organico che parallelamente non incrementa, l’automazione potrebbe imprimere una svolta epocale. LEF – ha detto ancora Olivotto – metterà presto a disposizione della P.A. soluzioni per la sua digitalizzazione». 

E che il passaggio al digitale sia inevitabile lo ha spiegato Daniele Casuccio, founder e CEO di Customer Analytics Italia: «Trent’anni fa prendeva piede internet mentre noi stavamo ancora lavorando con le macchine da scrivere aiutandoci con la carta a carbone, antesignana dell’office automation. Mail e piattaforme hanno oggi modificato, velocizzato e globalizzato tutto. Nel 2050 – ha ipotizzato – mi immagino un ufficio in cui macchine e persone lavoreranno in sintonia; inserire tecnologia intelligente crei benefici sia per i dipendenti sia per i clienti. Non dobbiamo avere paura della tecnologia, semmai utilizzarla perché è quella che ci farà fare il salto evitando di sbagliare». 

Per Matteo Marchiori, consulente senior di LEF e Customer Analytics Italia, «la transizione al digitale è sempre più urgente a causa delle conseguenze della pandemia, dell’inasprirsi delle crisi internazionali, dell’aumento generale dei prezzi di approvvigionamento e, soprattutto, della sempre più scarsa disponibilità di mano d’opera di primo livello». Sempre secondo Marchiori, inoltre, «non è corretto pensare all’automazione come a una delle più grosse minacce all´impiego di primo livello (giovani soprattutto) tanto da scaturire prese di posizione politiche e in qualche caso anche provvedimenti restrittivi da parte delle istituzioni o lo è solo per specifiche nicchie, se osserviamo l’orizzonte demografico ”occidentale” e quello nazionale in particolare; in prospettiva la robotica produce di fatto una forte riduzione dei lavori di primo livello, la cui ricerca oggi è già frustrata per ampie sacche industriali, e richiederà una compensazione parziale significativa con risorse umane medium e full skilled che il mercato non ha o non prepara». 

Manuel Clama, global IT Director di Lima Corporate, azienda friulana con un fatturato di circa 250 milioni di euro, specializzata nel biomedicale (protesi) “grazie” al titanio, ha spiegato che «grazie al machine learning siamo stati in grado di digitalizzare il processo di fatturazione delle 25 filiali senza licenziare nessuno; con la robotic process automation abbiamo implementato il processo di aggiornamento date ordine di vendita nel customer service e con lo smart workflow – ha concluso – abbiamo destrutturato alcuni processi aziendali basati su piattaforma Office utilizzando, al loro posto, MS Power Automate». 

Sempre in tema di office automation LEF ha già collaborato con UNIS&F – la società di servizi e formazione del Sistema Confindustria che opera nelle province di Treviso e Pordenone – all’ottimizzazione di un processo di gestione di progetti formativi finanziati da fondi interprofessionali. «Il cambiamento delle logiche dei fondi interprofessionali, necessario per garantire proposte formative immediatamente cantierabili in linea con le esigenze di cambiamento imposte dal mercato – spiega Pasquale Costanzo, DG di UNIS&F, società di servizi e formazione del sistema Confindustria che opera nelle province di TV e PN, tra i relatori del convegno – ha portato a rivedere i tempi medi di realizzazione che si sono ridotti da 12 a 3 mesi. Questo ha richiesto una revisione del processo di gestione esistente in ottica di ottimizzazione con logiche lean, al fine di procedere con una automazione dello stesso, favorendo un maggior benessere delle figure coinvolte e una concentrazione su attività a maggior valore per l’organizzazione». 

Rassegna stampa:

Messaggero Veneto: Efficienza e riduzione dei costi. Ecco la rivoluzione digitale. (in foto)

IlGazzettino.it: Lef, il direttore Olivotto: «Con l’automazione, pronti a digitalizzare la pubblica amministrazione»

Pordenonetoday: Lef, parla Olivotto: «Il digitale salverà la pubblica amministrazione»

Nordesteconomia: Efficienza, riduzione dei costi e niente tagli al personale: ecco la rivoluzione digitale

LEF è sponsor dell’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico: “Il mondo che sarà”, 27 marzo a Trieste

Siamo orgogliosi di annunciare che l’azienda digitale modello LEF quest’anno sarà sponsor dell’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, lunedì 27 marzo al Trieste Convention Center.

All’evento si parlerà di scienza, intelligenza artificiale, realtà virtuale, energie rinnovabili, economia circolare e (molto) di uomo. Tra gli interventi previsti è molto atteso l’intrigante confronto tra il fisico Al-Khalili e Mons. Rino Fisichella, un focus su Trieste con Folgiero di Gruppo (Fincantieri) e Di Paolo (BAT). E ancora: Dialuce (ENEA) Patuano (A2A) e Gasparetto (ACEGASAPSAMGA), panel moderati da Sebastiano Barisoni (Radio 24) e dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini. Il Presidente Michelangelo Agrusti dichiara ospiti d’onore saranno i giovani (già 700 i partecipanti). Spetterà, infine, al Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, concludere i lavori dell’assemblea generale.  

«La prima Assemblea generale di CAA convocata proprio a Trieste perché oggi il capoluogo, più di altre città – ha spiegato Agrusti – incarna la nuova rinascita economica, culturale, industriale e scientifica del Friuli Venezia Giulia di cui oggi è certamente il driver di sviluppo». Un’Assemblea dedicata ai giovani che, come ha aggiunto Agrusti, «saranno i primi ospiti d’onore del convegno; a oggi gli studenti delle ultime classi delle scuole superiori, tecniche, professionali e dell’Università che hanno aderito senza precetto alcuno sono oltre settecento. A loro sarà rivolta buona parte delle nostre riflessioni sul futuro, che interpreteremo in chiave etica, economica e culturale anche con un intrigante colloquio tra Jim Sadik Al-Khalili, fisico teorico anglo iracheno e un sacerdote, monsignor Rino Fisichella; sarà un momento davvero particolare che può anche sembrare eccentrico, di primo acchito, nel contesto di una riunione di imprenditori. Ma non lo è affatto».  

A Trieste si parlerà ampiamente anche di energia e della città: «Lo faremo con Fincantieri, azienda storica e con BAT, multinazionale che ha deciso di insediarsi nel capoluogo confermandone la grande vocazione attrattiva». Una vocazione sulla quale si è soffermato Agrusti spiegando che «insediamenti come questo sono sì conseguenza delle opportunità che vengono a crearsi in area franca ma anche della qualità complessiva del territorio, del suo capitale umano e delle straordinarie opportunità formative in ragione delle nuove tecnologie; il valore della nostra formazione è oggettivamente molto alto: Università, Area Science Park, Sissa, LEF, Polo Tecnologico Alto Adriatico, Urban Center e sistema degli ITS Alto Adriatico». Un cerchio che si chiude, quindi, a descrivere il patto generazionale accennato dal Presidente per gli studenti «cui CAA e i partners sono in grado di offrire gli strumenti per poter sviluppare una vocazione imprenditoriale».  

Dopo gli interventi introduttivi dello stesso Agrusti, del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, del Presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti, del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e di Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, sono previsti tre panel: 

  • TRIESTE È INDUSTRIA (moderato da Sebastiano Barisoni, Radio24) con Pierroberto Folgiero, AD e Direttore Generale del Gruppo Fincantieri e Andrea Di Paolo – Vicepresidente BAT;  
  • IL MONDO CHE SARÀ (moderato da Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, Radiocor e di Radio24) con Jim Al-Khalili – Fisico e divulgatore scientifico e Mons. Rino Fisichella, Presidente del Consiglio Internazionale per la Catechesi;  
  • L’ENERGIA DEL MONDO (moderato sempre da Tamburini) con Aurelio Regina, Delegato per l’Energia Confindustria, Gilberto Dialuce, Presidente di ENEA, Marco Patuano, Presidente di A2A, Roberto Gasparetto AD AcegasApsAmga Spa – Gruppo HERA. 

La partecipazione all’assemblea è libera e aperta a tutti previa prenotazione al seguente link.

Moving Forward. Energie per le sfide nell’industria della mobilità: evento conclusivo TechMOlogy

Una catena di approvvigionamento non è più forte del suo anello più debole. Nell’industria della mobilità transfrontaliera, gli anelli più deboli sono le micro e piccole imprese e le imprese artigiane che lottano per affrontare le sfide della transizione digitale. Le tecnologie dell’Industria 4.0 sono un fattore chiave anche per queste aziende, in quanto possono determinare un cambiamento strategico e organizzativo, consentendo lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

Grazie al Progetto TechMOlogy del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia – Slovenia, molte imprese a rischio di marginalità tecnologica nel settore della mobilità – dall’automotive al navale, dalla mobilità leggera – hanno avuto la possibilità di acquisire competenze relative all’ Industria 4.0. L’evento “Moving Forward. Energie per le sfide nell’industria della mobilità”, in programma Mercoledì 29 marzo ore 14:45 presso la nostra azienda modello, mira a condividere le esperienze dei partecipanti a TechMOlogy su ciò che hanno imparato nel corso del progetto e su come stanno affrontando le sfide della digitalizzazione. Esperti di innovazione e imprenditori illustreranno i trend tecnologici e i gap di competenze correlati nell’automotive come in altre filiere della mobilità nell’area cross-border tra Italia e Slovenia.

Il programma in sintesi:

14.30 Registrazione partecipanti

14.45 Saluto e introduzione ai lavori a cura di M. Olivotto, Direttore Generale LEF, e F. Sibilla, Autorità di gestione Regione FVG

15.00 “Il progetto TechMology e la sperimentazione delle sfide industriali transfrontaliere” a cura di T. Mohorič, Direttore Automotive Cluster of Slovenia, e F. Pozzar, EU Project Manager Friuli Innovazione

15.25 “Flux motorcycles – guidare il cambiamento senza compromessi” a cura di M. Ukota, CEO Flux Performance d.o.o.

15.45 “Sfide industriali, servizi transfrontalieri e soluzioni tecnologiche: testimonianze di aziende italiane e slovene”

17.30 “Skills gap e trend tecnologici: come mantenere la competitività in uno scenario in continua evoluzione” a cura di M. Sortino, Università degli Studi di Udine

17.45 “La parola all’esperto: conclusioni e prospettive future” a cura di S. Costa, fondatore ed engineering director di Bluewind srl

A conclusione evento è previsto un aperitivo, occasione di networking e visita all’azienda modello LEF. Qui il programma completo della giornata, disponibile in italiano e sloveno.

L’evento si terrà in lingua slovena e italiana, sarà fornita la traduzione simultanea.

La partecipazione all’evento è libera e gratuita, previa iscrizione al seguente link.

Il Progetto TechMOlogy è finanziato dal Programma di cooperazione Interreg V Italia-Slovenia. 

Nella profonda riorganizzazione di Marine Interiors (Fincantieri) il ruolo centrale e determinante dell’azienda digitale modello

Il progetto disegnato su misura da LEF per Marine Interiors Cabins SpA, società del Gruppo Fincantieri focalizzata nella progettazione, realizzazione e consegna di cabine e box igiene per le navi cruise nel campo del new building, è la summa delle migliori competenze che il centro di formazione esperienziale voluto da Confindustria Alto Adriatico e McKinsey & Company, è in grado di offrire.

Una partnership inseritasi nel processo pluriennale di modernizzazione che ha impegnato MIC con significativi investimenti in infrastrutture, impianti e sistemi informativi – e propiziata dalla necessità della stessa Marine Interiors Cabins di fare fronte a un’impennata di produzione dei box/igiene (da 4 a 11 mila pezzi) impossibile da gestire con l’organizzazione tradizionale esistente, vale a dire un layout a postazione fissa in cui il box, dopo aver preso forma, veniva completato – nella medesima postazione – col montaggio dell’arredo interno.

«Si è imposta una rapida e profonda riorganizzazione» spiega Marco Trestini, responsabile Produzione e Logistica, secondo il quale «con lo schema uomo verso materiale le perdite di tempo erano palpabili e eclatanti: immaginate gli operai specializzati (piastrellisti, elettricisti, idraulici, manovali, collaudatori e addetti al controllo qualità) che, a seconda dell’avanzamento delle fasi da realizzare, si spostavano da un prodotto all’altro per completarne il ciclo in un’area di circa 10 mila mq occupati da 100 postazioni di lavoro; oppure intenti a cercare il “proprio” materiale ammucchiato assieme a quello degli altri 100 box in una posizione distante dal punto di utilizzo…».

Ne scaturisce un progetto che ripensa a trecentosessanta gradi il flusso dei materiali puntando a un’organizzazione per linee di montaggio in una logica materiale verso operatore (il box si muove su una linea e viene completato nelle varie stazioni), rivoluzionandone la logica di asservimento con la creazione di un supermarket da dove prelevare quanto necessario per la produzione di un solo box, definendo aree di premontaggio, integrando i controlli di qualità di processo nel flusso produttivo e, infine, indicando quale necessaria la realizzazione di sistemi di aspirazione delle emissioni.

È in questa fase che LEF fornisce il suo determinante contributo per centrare gli obiettivi: era necessario parallelizzare alcune attività affidandole a chi ne aveva le competenze, «servivano e non le avevamo – prosegue Trestini –: risorse con capacità manageriali ed esecutive proporzionate alle dimensioni del progetto che sapessero anche accompagnare i nostri collaboratori nel nuovo percorso; i tempi erano particolarmente stretti, con le nostre sole forze non saremmo riusciti a rispettare gli appuntamenti. Tutta l’azienda si è permeata di questa nuova progettualità che non è quindi rimasta circoscritta alla sola, seppur molto importante, area produttiva: ci sono state infatti positive ricadute anche sul modus comunicandi et operandi tra Direzione, Qualità e Acquisti, sempre allineate, da quel momento, sull’evoluzione del progetto» dimostratosi anche, secondo Trestini, un’opportunità di crescita eccezionale per giovani leve cui affiancare un tutor e una guida metodologica per effettuare formazione on the job. Risultati alla mano, come conferma Trestini, «è stato recuperato almeno il 30% di produttività e ridotto il “work in process” dell’allestimento box del 90%».

Photocourtesy: Marine Interiors Spa

IP4FVG ottiene il sigillo d’eccellenza UE e diventa EDIH: European Digital Innovation Hub

LEF, già sede di DHI Alto Adriatico – il primo Digital Innovation Hub esperienziale sviluppato secondo le linee guida del Piano Nazionale Industria 4.0 – nell’ambito della piattaforma regionale IP4FVG, diventa EDIH: European Digital Innovation Hub.

Il progetto denominato IP4FVG-EDIH ha ottenuto dalla Commissione Europea il «Seal of Excellence», il Sigillo di Eccellenza porta di accesso alla rete dei European Digital Innovation Hub (EDIH), e riconoscimento che permette lo scale-up dell’hub regionale e di ottenere il finanziamento nazionale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

La rete degli EDIH ha un ruolo strategico per la Commissione Europea poiché ha “il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI, e della pubblica amministrazione”. Essere parte del network europeo, quindi, è fondamentale per il nostro territorio, per essere competitivi su scala internazionale e rafforzare le azioni di supporto alla trasformazione dei processi produttivi delle imprese regionali in un contesto più ampio.

Il partenariato che svilupperà il progetto IP4FVG-EDIH comprende rappresentanti dei diversi ambiti d’interesse attivi in Friuli Venezia Giulia: università, ricerca, industria e istituzione pubbliche. IP4FVG-EDIH è, infatti, frutto del lavoro di un consorzio di progetto, voluto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, coordinato dall’ente nazionale di ricerca Area Science Park e di cui fanno parte le tre università regionali (Università di Trieste, Università di Udine e SISSA), Friuli Innovazione, Polo Tecnologico Alto Adriatico, LEF. Oltre a questi, avranno un ruolo in specifiche attività gli altri attori regionali già convolti nel digital innovation hub IP4FVG.

Infatti, la partecipazione dei nuovi partner di ricerca al progetto va ad arricchire il già nutrito network di IP4FVG e permette di ampliare la sfera d’azione con nuovi servizi e specializzazioni, di aumentare le competenze digitali e di accelerare l’utilizzo delle nuove tecnologie, incentivando l’adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale (AI), High Performance Computing (HPC) e Cybersecurity (CS).

Integrando le infrastrutture tecnologiche e il know-how tecnico di tutti i partner, IP4FVG-EDIH potrà offrire una serie di servizi avanzati per promuovere e sostenere la trasformazione digitale e verde delle imprese e delle PA in tre settori economici rilevanti: industria manifatturiera, energia e ambiente e agrobiotecnologie.

Rassegna stampa della visita di Fincantieri in azienda digitale modello

Lunedì 13 febbraio, Pierroberto Folgiero CEO Fincantieri S.p.A. ha visitato la nostra azienda digitale modello. Visita promossa da Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico, alla quale hanno partecipato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il parlamentare di FdI, Emanuele Loperfido e il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani.

Numerosi gli articoli dedicati alla visita, qui una selezione della rassegna stampa on line e off line:

RAI NEWS, a partire dal minuto 6
IL GAZZETTINO.IT
IL NORD EST
VENEZIE POST
PORDENONE OGGI
PORDENONE TODAY
IL PICCOLO

Ambiente Servizi intraprende insieme a LEF il processo di modernizzazione più importante della sua storia

Il Gruppo Ambiente Servizi ha intrapreso con LEF il più importante percorso di modernizzazione della sua storia avviando un imponente progetto multi-obiettivo che si prefigge, tra l’altro, di creare un modello esportabile ad altre realtà pubbliche. «Esempi analoghi in Italia ce ne sono pochissimi, a Nordest siamo i primi» informa il Presidente, Renato Mascherin secondo il quale «grazie al miglioramento dell’attività di gestione e all’efficientamento dei processi sarà possibile accrescere la qualità dei servizi all’utenza».

Davvero vasta e articolata la pianificazione delle attività – il cui termine è previsto per fine 2023 – che riguarderanno molteplici aspetti quali la revisione dei processi informatici, l’analisi dei flussi delle informazioni utente-ufficio-raccolta, il supporto alla gestione dell’area logistico-operativa fino all’utilizzo, sui mezzi, di particolari device che consentiranno all’azienda di ottimizzare le performance e contenere così i costi.

Sono stati dapprima trattati aspetti formativi, anche sotto il profilo del mindset perché, come aggiunge il Presidente, «affinché un team sia funzionale ed efficace occorre equilibrio tra fare e stare insieme, ecco perché a questo passaggio preliminare sono state coinvolte tutte le persone – alcune decine – interessate dal progetto. Raggiunta, grazie a LEF, una differente consapevolezza su quegli specifici aspetti, abbiamo creato gruppi di lavoro distribuiti su più ambiti: logistica, sicurezza, gestione software e risorse umane. Essi, affiancati dall’azienda digitale modello, proporranno soluzioni che andranno testate dalla stessa LEF ed eventualmente estese a tutti i nostri processi aziendali».

Su questo punto specifico Mascherin sottolinea con piacere che due delle risorse messe a disposizione da LEF sono fresche di diploma. «L’adozione di un paradigma collaborativo tra le istituzioni formative e le imprese, capace da un lato di realizzare sistemi locali per lo sviluppo delle competenze e, dall’altro, di supportare le transizioni formative e professionali dei giovani, è a mio avviso fondamentale. La valorizzazione dei giovani, pertanto, è un importantissimo aspetto di questa collaborazione».

«Il progetto di Ambiente Servizi concretizza la mission aziendale esaltando il connubio tra sostenibilità e digitalizzazione dei processi – spiega Marco Olivotto, Direttore generale LEF – e crea del valore per quanti ne sono coinvolti: cittadini, in primis, ma anche lavoratori e stakeholders; una vision abilitata dalla tecnologia che mette in connessione la rete intelligente creata sul campo, mi riferisco ai mezzi di raccolta, con la centrale di controllo fornendo dati di monitoraggio che consentono di migliorare, sotto tutti i punti di vista, la performance. Ambiente Servizi è oggi un esempio di efficienza grazie alla lungimiranza di un management che ha saputo guardare lontano».

L’intelligenza artificiale a servizio delle PMI manifatturiere

AIPRESTO è uno dei progetti vincitori del primo bando H2020 “AI REGIO” dedicato a Industry 5.0 e alle soluzioni di intelligenza collaborativa basate sull’intelligenza artificiale realizzato da Intermek , Video Systems e LEF il cui obiettivo  è quello di sviluppare un sistema automatico di ispezione visiva applicato agli strumenti delle macchine a controllo numerico (CNC).

Per presentare questa iniziativa è stato organizzato un incontro che si terrà martedì 31 gennaio dalle ore 15:45 nella nostra sede. L’evento, organizzato da LEF in collaborazione con Cluster COMET e IP4FVG, offrirà ai partecipanti una visione ad ampio raggio di come l’intelligenza artificiale possa contribuire ad innovare processi, prodotti e modelli di business all’interno delle PMI.

La tematica verrà approfondita sia portando l’esperienza di cinque aziende di Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna che sono state dirette protagoniste di questa trasformazione digitale, sia attraverso il caso di progetti sperimentali di ricerca e sviluppo, come l’esperimento dimostrativo AIPRESTO.

L’appuntamento sarà anche un’utile occasione per le aziende di conoscere le attività e l’offerta dei servizi messi a disposizione alle PMI del territorio dal Digital Innovation Hub della Regione Friuli Venezia Giulia “IP4FVG” e le opportunità di crescita e investimento nel settore del Deep Tech.

Il prof. Gusmeroli del Politecnico di Milano offrirà una panoramica sugli strumenti che l’azienda deve possedere per affrontare la trasformazione digitale, lasciando spazio infine all’intervento conclusivo del Direttore del Polo Tecnologico Alto Adriatico Franco Scolari che esaminerà i confini di responsabilità tra AI e l’operatore.

A valle del momento convegnistico, i partecipanti avranno la possibilità di “toccare con mano” le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale visitando l’azienda digitale modello dove per l’occasione sarà presente l’esperimento AI PRESTO, un dimostratore di un sistema automatico di ispezione visiva applicato agli strumenti delle macchine a controllo numerico (CNC).

In particolare, tale sistema – sviluppato dalla locale azienda IT Video Systems sulle necessità della Intermek Srl di Cordenons nell’ambito del progetto AIPRESTO – permetterà agli operatori CNC di quest’ultima di controllare in automatico l’usura degli utensili e ne determinerà lo stato di deterioramento, sostituendo un’attività a oggi ad appannaggio dell’operatore.  La stazione robotica progettata è gestita da software che permettono il riconoscimento dell’utensile e il controllo visivo della sua qualità, segnalando sullo schermo dell’operatore l’esito dell’analisi e supportando senza errori la gestione del carico e dello scarico del magazzino.

La partecipazione all’evento è libera previa iscrizione al seguente link.

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